Articolo stampa su La Voce del Popolo-Il nostro tempo del 20 maggio 2016 di presentazione della manifestazione "Scuola e resistenza alle narrazioni dello Stato Islamico e dell'islamofobia" che conclude il percorso didattico in 15 classi di scuole superiori nelle scuole della città metropolitana di Torino.
Resistere alle narrazioni dello Stato Islamico e dell’islamofobia
Da una parte l’uomo “nuovo”, purificatore del mondo, in rivoluzione permanente contro nemici disumanizzati da uccidere senza remora alcuna per ricostruire il Califfato. Dall’altra un’Europa ripiegata su se stessa presa tra l’incerta uscita da una lunga crisi economica e un continuo flusso di migranti e rifugiati che spinge alle sue porte.
In mezzo ci siamo noi, ma soprattutto i giovani europei, compresi i figlie e le figlie di migranti integrati di origine mussulmana, che si trovano in un flusso di narrazioni che oscilla tra la propaganda jihadista dello Stato Islamico e le espressioni pubbliche di paura dell’islamizzazione del nostro continente.
Per usare le parole del grande umanista franco-bulgaro Tzvetan Todorov: “Oggi l’islamofobia e il jihadismo si rafforzano vicendevolmente” . Di fronte a tale manicheismo è urgente resistere soprattutto negli spazi pubblici dove si formano i cittadini europei di domani, dove studiano i giovani che, come ci raccontano le cronache anche italiane, possiamo poi ritrovarci arruolati nelle file terroristiche nel ruolo di foreign fighter.
Come resistere? Con quali discorsi, valori e narrazioni?
Tzvetan Todorov, trova utile descrivere i profili di alcune figure dell’ultimo secolo: Resistenti, storie di donne e uomini che hanno lottato per la giustizia, come recita il titolo del suo ultimo saggio. Persone che hanno rifiutato di sottomettersi tanto all’aggressore che alla vendetta, come Etty Hillesum e Germaine Tillon contro il nazismo, Boris Pasternak e Alessandr Solženicyn contro lo stalinismo, Nelson Mandela e Malcom X contro la segregazione razziale, fino al pacifista israeliano David Shulman e Edward Snowden, l’informatico che ha svelato l’intrusione spionistica degli USA.
Un altro autore, Mario Giro, della Comunità di Sant’Egidio e oggi viceministro agli Esteri, ha trovato invece importante raccontare Noi terroristi, storie vere dal nord Africa a Charlie Hebdo. Le vicende dei ragazzi perduti, giovani di origine mussulmana nati e cresciuti in Europa, che a un certo punto si radicalizzano fino a diventare terroristi, come i fratelli Kouachi, Amedy Coulibaly, Kaled Kelkal insieme a quella di chi, come HM, a suo modo resistente, che giunto a Casablanca rinuncia a premere il grilletto di fronte agli occhi di alcuni bambini ebrei che lo osservano mentre si accinge ad aprire il fuoco su di loro.
Di fronte ai conflitti, al terrore, alla paura, ai discorsi ideologici, semplicistici e stereotipati, possiamo solo usare l’arma ragionevole della conoscenza, come quella fornita dai suddetti libri od altri recentemente presentati al Salone Internazionale del Libro di Torino, come quello del marito di una vittime dell’attentato al Bataclan, Antoine Leiris, che ha scritto Non avrete il mio odio.
Ma come raggiungere i giovani delle nostre scuole privi di conoscenze sulla cultura islamica, sui fenomeni globali di migrazione e quelli di radicalizzazione violenta, nonché dei complessi scenari dell’attuale politica internazionale?
Sul modello delle iniziative attuate in altri paesi e promosse, come buone pratiche, dalla Comunità Europea, con la sua rete sulla radicalizzazione (RAN), è stato avviato nel corso dell’ultimo anno scolastico un progetto di offerta formativa ad integrazione della didattica curricolare per le scuole secondarie della città metropolitana di Torino, intitolato “Islam: radici, fondamenti e radicalizzazione violente. Le parole e le immagini per dirlo.”
Promosso dall’associazione Leon Battista Alberti con la Commissione Legalità della Città di Torino, il CO.RE.IS. Comunità Religiosa Islamica, l’ASAI Associazione di Animazione Interculturale, l’ANPE Associazione Nazionale Pedagogisti, con la collaborazione del CE.SE.DI. e il supporto del Consiglio regionale del Piemonte, l’intervento ha inteso proprio chiarire ad alcune centinaia di studenti di una quindicina di classi, i fenomeni di radicalizzazione politica e ideologica quand’essi assumono la potenza devastante del terrorismo, e quelli speculari di xenofobia, razzismo e islamofobia verso i migranti e i rifugiati. Un confronto aperto con i giovani e i loro docenti partendo da coppie di parole chiave, ricorrenti nella carta stampata e sui mezzi di comunicazione più diffusi, intorno alle quali abbiamo sviluppato un ragionamento critico, storico e interculturale con l’ausilio di immagini e filmati.
I risultati di tale percorso didattico, compresa la restituzione degli studenti sotto forma di “contro narrative” frutto delle loro riflessioni, saranno presentati lunedì 30 maggio alle ore 14,30 nella sala del Consiglio regionale del Piemonte a palazzo Lascaris. Ai lavori, moderati dal presidente dell'Ordine dei giornalisti Alberto Sinigaglia, interverranno con le scuole il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, il Viceministro agli Esteri Mario Giro, il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni, la consigliera delegata all’Istruzione della Città Metropolitana Domenica Genisio, lo storico Claudio Vercelli e Jalila Ferrero della Comunità Religiosa Islamica.
Luca Guglielminetti
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