mercoledì 18 marzo 2020

Pandemic Risk Communication: The Anticipated Regret

THE PSYCHOLOGY OF RISK by Glynis M. Breakwell, Cambridge University Press, 2014

This aspect of the social perception of risks is useful to public institutions not only when they have to communicate effectively the social measures to contain the coronavirus pandemic, but also when they make mistakes in managing this huge emergency.

We are seeing that containment measures have been communicated on many occasions as suggestions, first, and as obligations, later, but without relying on "anticipated regret", which would have accelerated the adoption of the same measures by citizens.

State power - we see it in Italy at every daily press conference on updates about the evolution of the pandemic - tends to communicate in an increasingly reticent way. Fatally, when faced with a new risk as COVID-19, mistakes are made, and those who have to manage the risks try to evade or minimize them, under the pretext of not frightening public opinion. A more effective communication strategy would perhaps be better to give priority to feeling regret for mistakes made now and in the future.
The fear of public opinion would be tempered by trust in the public institutions, because trust is a stronger feeling capable of taming fear better than the uncertainty of a reticent communication that would like to reassure.

To give a 'heavy' example, try to imagine the plight of governments in the post-pandemic period when they will be asked to account for citizens who died without being treated for CODID-19, due to lack of public health or lack of medical staff or lack of places in intensive care hospital wards. 
The wounds and trauma in the memories of conflicts (and this pandemic is claimed as a war) may be healed in advance if both citizen and states have nowaday the courage to anticipate the apology for mistakes in their behavior or in public emergency managment


*See also Main Dangerous Bias in Social Perception During Terrorism and Pandemic
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Comunicazione del rischio pandemico: il rimpianto anticipato

"Un altro motore emotivo per la stima e la prevenzione del rischio è il rimpianto. Il rimpianto è l'emozione di sentirsi così, per un evento o per una perdita. Spesso è associato al sentirsi pentiti - desiderare di non aver fatto qualcosa o sentirsi tristi per aver fatto qualcosa. Il rimpianto è tipicamente un'emozione che opera a posteriori: la cosa che dà inizio all'emozione è già accaduta. Tuttavia, i ricercatori che hanno studiato la percezione e l'assunzione di rischi hanno osservato che il rimpianto può funzionare in prospettiva. Parlano di "rimpianto anticipato". Le persone sono motivate ad evitare certi rischi perché anticipano che rimpiangeranno in seguito se si sono fatti da loro coinvolgere." (The Psychology of risk, Glynis M. Breakwell, Cambridge University Press, 2014)
Questo aspetto del percezione sociale dei rischi è utile alle istituzioni pubbliche non solo quando devono comunicare efficacemente le misure sociali di contenimento della pandemia, ma anche in occasione degli errori da loro compiuti nella gestione di questa enorme emergenza.

Stiamo vedendo che le misure di contenimento sono stati in molte occasioni comunicate come suggerimenti, prima, e come obblighi, successivamente, ma senza far leva sul "rimpianto anticipato", un fattore che avrebbe accelerato l'adozione delle stesse misure da parte dei cittadini

Il potere statale, lo vediamo in Italia ad ogni conferenza stampa quotidiana sugli aggiornamenti dell'evoluzione della pandemia, tende a comunicare in modo sempre più reticente. Fatalmente di fronte ad un rischio nuovo si compiono degli errori, e chi deve gestire i rischi cerca di eluderli o minimizzarli, con il pretesto di non spaventare l'opinione pubblica. Un strategia di comunicazione più efficace farebbe forse meglio a privilegiare il dispiacere per i gli errori compiuti presenti e futuri.
La paura dell'opinione pubblica sarebbe temperata dalla fiducia nelle istituzioni, perché la fiducia è un sentimento più forte, capace di domare meglio la paura, rispetto all'incertezza di una comunicazione reticente che vorrebbe tranquillizzare.

Per fornire un esempio 'pesante', provate ad immaginare la condizione dei governi nel post pandemia quando sarà chiesto loro conto dei cittadini che sono morti senza essere stati curatati dal CODID-19, per carenza di sanità pubblica o per carenza di personale o per mancanza di posti nei reparti ospedalieri di terapia intensiva. 
Le ferite e i traumi nelle memorie dei conflitti (e questa pandemia è rivendicata come una guerra) possono essere guariti in anticipo se sia i cittadini che gli Stati hanno oggi il coraggio di anticipare le scuse per gli errori nei loro comportamenti o nella gestione pubblica dell'emergenza.  
 

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