giovedì 19 marzo 2020

Coping For Coronavirus Without Memory : an Urgent Challange

Mental Health and Coronavirus -  from CNN website

 

FROM CONFIRMATION BIAS TO MENTAL TIME TRAVEL


The human brain is not wired to think in exponential terms. Here is a thought experiment to make the point:
"If I asked you to go out your front door and take 30 steps, I'll bet you could guess about where you'd end up, without even taking that short walk.It's a simple linear step-by-step experience you've done a thousand times. But, what if I told you to take 30 exponential steps. That is to say, double the size of your step each time. 1 + 2 + 4 + 8 + 16 + 32 + 64... etc... If you took 30 exponential steps out of your front door, where do you think you'd end up? The answer? You'd go around the earth 26 times!"

This cognitive limit is what determined all the delays of governments in activating prevention measures facing with the mathematical extension of the pandemic.
The prevention of any danger lies in the rare ability to get out of the confirmation bias, that is, that human cognitive phenomenon for which people tend to move within an area delimited by their acquired convictions.
This, however, cannot be a justification: we can well imagine that intelligence and scientists have warned the political decision-makers about this bias. But the brains of the latter have not responded and have postponed the most urgent containment measures: the cases of Donald Trump and Boris Johnson are only the most striking.
I have already written (here) the reasons why it is appropriate for all of them to apologise publicly and take the opportunity to anticipate regret for the mistakes they will make during this pandemic crisis.

Now is the time to worry about another cognitive limit: whose scientists call  'mental time travel', more correctly future-oriented mental time travel (FMTT) when we imaginatively ‘pre-experiences’ future events (Michaelian et al. 2016, Michaelian, Kourken & Perrin, Denis. 2017. Memory as mental time travel).

We speculate about how our lives would become different, for better and for worse, to help us make important decisions. Whether the future in question is five hours from now or five years from now, research shows that we mentally project ourselves forward in time roughly once every 15 minutes that we’re awake.
Our brains allow us to visualize what we will do in the future by tapping into a function as important as our memories. It is our memorized experiences that we re-explore every day to make the most usual decisions about the near daily future. So, on the contrary, Alzheimer’s patients, who likewise often lose access to so many of their life memories, also have great difficulty describing in any detail what they might do in the future.

Now, the point is that in the face of this pandemic we have no experience and no memories to help us visualise our future in the medium-long term.

Psychologists can provide us with a series of tips to prevent fear, anger, stress in our new daily lives as prisoners at home, in these quarantines, whether voluntary or compulsory: maintain certain habits and schedules, alternate physical activity and leisure, do not follow the news too much, do not lose sleep, do not abuse drugs and psychotropic drugs, talk to friends with smarphone apps, and so on.
These are the recommendations of the World Health Organization (WHO) itself, but soon it will be not only a matter of help for coping with stress because the main fact remains that we have no experience of epidemics or wars that we can recall from the bank of our memories, to face the near future in medium-long term scenarios in the context of the present COVID-19 pandemic, in which, moreover, it is difficult to predict even its epidemiological trend.

Should the restrictive social containment measures - the lockdown - in Italy last too long, the risk is that emergency psychologists and social workers find themselves without answers: this is the challenge to which all the human sciences must respond urgently in the coming weeks and months. To find ways to provide answers to those who are providing mental health support to the affected populations: a range of victims that is perhaps unprecedented.


See also: Main Dangerous Bias in Social Perception During Terrorism and Pandemic
and  Pandemic Risk Communication: The Anticipated Regret,  Dehumanize Victims By Numbers
  Coronavirus: The Social Perception Of Risk


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Affrontare il Coronavirus senza memoria: una sfida urgente


DALLA DISTORSIONE COGNITIVA AL VIAGGIO NEL TEMPO MENTALE

Il cervello umano non è programmato per pensare in termini esponenziali. Ecco un esperimento mentale per chiarire il punto:
Se ti chiedessi di uscire di casa e fare 30 passi, scommetto che potresti indovinare dove finiresti, senza nemmeno fare una breve passeggiata. È una semplice esperienza lineare e graduale che hai fatto mille volte. E se ti dicessi di fare 30 passi esponenziali. Vale a dire, raddoppiare la dimensione del passo ogni volta. 1 + 2 + 4 + 8 + 16 + 32 + 64 ... ecc ... Se facessi 30 passi esponenziali fuori dalla porta di casa, dove pensi che finiresti? La risposta? Faresti il giro della terra per 26 volte!

Questo limite cognitivo, è quello che determinato tutti i ritardi dei governi nell'attivare le misure di prevenzione all'estendersi matematico della pandemia.
La prevenzione di qualunque pericolo risiede nella rara capacità di uscire dai confirmation bias, cioè quel fenomeno cognitivo umano per il quale le persone tendono a muoversi entro un ambito delimitato dalle loro convinzioni acquisite.
Questa, tuttavia, non può essere una giustificazione: possiamo infatti ben immaginare che l'intelligence e gli scienziati abbiano avvisato i decisori politici a proposito di questo bias. Ma i cervelli di questi ultimi non hanno risposto e hanno posticipato le misure di contenimento più urgenti: i casi di Trump e Johnson sono solo i più eclatanti.

Sul perché convenga a tutti loro scusarsi pubblicamente e cogliere l'occasione per dispiacersi in anticipo degli errori che commetteranno durante questa crisi pandemica, ho già scritto qui.

Adesso è il momento di preoccuparci di un altro limite cognitivo: quello che gli scienziati chiamano 'viaggio nel tempo mentale', più correttamente, viaggi nel tempo mentale orientati al futuro (FMTT) quando noi immaginiamo eventi futuri come 'pre-esperienze'. (Michaelian et al. 2016 and Michaelian, Kourken & Perrin, Denis. 2017. Memory as mental time travel).

Noi speculiamo su come le nostre vite sarebbero diverse, nel bene e nel male, per aiutarci a prendere decisioni importanti. Sia che il futuro in questione sia tra cinque ore o tra cinque anni, la ricerca mostra che ci proiettiamo mentalmente in avanti nel tempo all'incirca una volta ogni 15 minuti dacché siamo svegli.  I nostri cervelli ci permettono di visualizzare cosa faremo in futuro attingendo ad una funzione importante come le nostre memorie. Sono le nostre esperienze memorizzate che ri-esploriamo tutti giorni per prendere le decisioni più abituali sul futuro prossimo quotidiano.  Per cui, all'opposto,  i malati di Alzheimer, che spesso perdono l'accesso a così tanti dei loro ricordi di vita, hanno anche grandi difficoltà a descrivere in dettaglio cosa potrebbero fare in futuro.

Ora, il punto è che di fronte a questa pandemia non abbiamo esperienze e memorie che ci aiutino a visualizzare il nostro futuro a medio lungo termine.

Gli psicologi possono fornire una serie di consigli per prevenire la paura e la rabbia nella quotidianità delle nostre nuove vite di reclusi in casa, in queste quarantene, volontarie o obbligate che siano: mantenere alcune abitudini ed orari, alternare attività fisica e svaghi, non seguire troppo le notizie, non perdere sonno, non abusare di droghe e psicofarmaci, parlare con gli amici con le app. Sono le raccomandazioni della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ma presto non sarà solo una questione di aiuto per affrontare lo stress perche resta il dato che non abbiamo esperienza di epidemie o di guerre che possiamo richiamare dalla banca delle nostre memorie, per affrontare il futuro prossimo in scenari a medio-lungo termine, nel contesto della presente pandemia da COVID-19, nella quale, per altro, è difficile pronosticare anche solo il suo andamento epidemiologico.

Se le misure restrittive di contenimento sociale dovessero in Italia durare per un periodo troppo lungo, il rischio è che gli psicolgi dell'emergenza e gli  operatori sociali si trovino senza risposte: questa è la sfida a cui tutte le scienze umane devono rispondere con urgenza nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Trovare il modo di dare risposte a coloro che forniscono sostegno alla salute mentale delle popolazioni colpite: una gamma di vittime che forse non ha precedenti.


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