lunedì 20 dicembre 2021

Da Gerusalemme a Gerusalemme: Satana ed Eichmann


[annotazione su Arendt e Girard]

Tradizionalmente il male viene posto in diretta connessione con la dimensione satanica o demoniaca, un qualcosa quindi che a che fare con una profonda malvagità.

“A Gerusalemme però Arendt si trovò di fronte a qualcosa di totalmente diverso: ciò che maggiormente la colpì fu la straordinaria superficialità del criminale; tale superficialità rendeva impossibile ricondurre gli atti di quest’uomo a delle cause e motivazioni profonde. Gli atti compiuti da Eichmann erano profondamente malvagi, mostruosi, e tuttavia l’artefice di tali atti era un uomo ordinario, mediocre. Egli non appariva dunque con le caratteristiche demoniache, attribuite dalla tradizione, a chi compie atti così mostruosi. Non malvagità dunque, ma assenza di pensiero”(1): 
“Quanto più lo si ascoltava, tanto più era evidente che la sua incapacità di esprimersi era strettamente legata a un’incapacità di pensare, cioè di pensare dal punto di vista di qualcun’altro.”(2)

Nell’appendice del 1964 sulla Polemica sul caso Eichmann, la Arendt prima di ribadire la mancanza di immaginazione e idee, usa ‘parole povere’: 
“Eichmann non era uno Iago né un Macbeth, e nulla sarebbe stato più lontano dalla sua mentalità che «fare il cattivo» - come Riccardo Terzo - per fredda determinazione. Eccezion fatta per la sua eccezionale diligenza nel pensare alla propria carriera, egli non aveva motivi per essere crudele, e anche quella diligenza non era, in sé, criminosa; è certo che non avrebbe mai ucciso un suo superiore per ereditarne il posto. Per dirla in parole povere, egli "non capì mai che cosa stava facendo".(3)
Mi stupirebbe se non l’avesse mai notato prima nessuno, ma quelle ‘parole povere’ richiamano in maniera piuttosto evidente, anche se magari ( e probabilmente) in modo del tutto involontario, l’invocazione di Cristo in punto di morte.
"E’ la famosa frase che Gesù pronuncia dopo essere stato crocefisso: -Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno- (Luca, 23, 34). Come per le altre frasi di Gesù, dobbiamo guardarci dallo svuotare queste parole dal loro senso fondamentale riducendole a una formula retorica, a un’iperbole lirica. Ancora una volta bisogna prendere Gesù alla lettera. Egli descrive l’incapacità, da parte della folla scatenata, di vedere la frenesia mimetica che la scatena. I persecutori credono di << far bene >> e sono convinti di operare per la verità e la giustizia, credono di salvare in tal modo la loro comunità”. (4) 
Il male, Satana è, prendendo alla lettera i testi evangelici, il Re delle Tenebre e, secondo  René Girard, le tenebre non sono altro che una metafora per indicare la condizione d’inconsapevolezza. L’inconsapevolezza persecutoria del meccanismo vittimario è, con la teoria mimetica, il fondamento del pensiero di Girard.
La dimensione d’inconsapevolezza in Girard, come quella di banalità in Arendt, non hanno nulla a che vedere con la dimensione giuridica della responsabilità personale (di Eichmnann, ad es,), né non alcun intento giustificatorio della decisione politica a monte delle persecuzioni (il nazismo, ad es.), ma sondano una dimensione profonda dell’agire violento nel sociale. Terreno sul quale i due non-filosofi si ritrovano quando, qualche anno dopo, Arendt pone nel sociale il radicamento dei fenomeni attinenti i pregiudizio e le discriminazione che, quando ratificati per legge, si trasformano in persecuzione:
[…] la discriminazione rappresenta un diritto imprescindibile sul versante sociale quanto l’eguaglianza rappresenta un diritto imprescindibile sul versante politico. Il problema, dunque, non è come eliminare la discriminazione, ma come tenerla dentro i confini della sfera sociale, in cui è legittima, e come evitare che trapassi nella sfera politica e in quella personale, in cui invece è distruttiva. […] Gli standard sociali non sono e non devono diventare standard giuridici. Se la legislatura segue il pregiudizio sociale, la società diventa tirannica […] Nel momento in cui la discriminazione sociale è ratificata per legge, si trasforma in persecuzione.(5)

La comparazione tra le analisi del pre-giuridico antropologico in René Girard e quelle giuridico-morali in Hannah Arendt meriterebbero di essere approfondite.

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(1) C. Boi, Caterina, Hannah Arendt e la delineazione di una teoria politica "a-morale". Bollettino telematico di filosofia politica, (2018) 
(2) H., Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, tr. it di Piero Bernardini, Milano 1964, p. 57
(3) Ibidem p. 466
(4) R. Girard, Vedo Satana cadere come la folgore, tr. it. Adelphi, Milano 2001, pp. 169.
(5) H. Arendt, Riflessioni su Little Rock, in Id. Responsabilità e giudizio, tr. it, di Davide Tarizzo, Torino 2004, p. 167

domenica 5 dicembre 2021

'Rewriting my story’: intervention for the prevention of violent extremism in juvenile detention centres in Italy

The practice was implemented in 2019 under the framework of the project FAIR ‘Fighting Against Inmates’ Radicalisation’. Project FAIR was implemented during the period 2017-2019 by a consortium of 10 NGOs across Europe and headed by Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo. The project was executed with the support of Scientific Coordinators Diletta Berardinelli and Luca Guglielminetti.

"Rewriting my story" intervention for the prevention of violent extremism in juvenile detention centres in Italy is now in the RAN Collection here

mercoledì 24 novembre 2021

Il processo del secolo a Parigi

Mia analisti dello storico processo per gli attentati terroristici del 2015 a Parigi (Bataclan) sul quotidiano Avvenire del 24 Novembre 2021 p.1-3
Qui la versione online:

venerdì 19 novembre 2021

Challenges in Conciliating Soft and Hard Power

My speech in the workshop on local governance in the framework of the European project PACTESUR: Securing public spaces in the face of evolving threats (Nice, Liège, Turin, Efus & Anci Piemonte). Funded by the Internal Security Fund.




martedì 16 novembre 2021

Participation Workshop 2021

Programma de Workshop internazionale del 24 Novembre 2021 nel quadro del progetto europeo "Participation" che presenterà le più recenti tendenza nella ricerca su estremismi e radicalizzazioni.

lunedì 8 novembre 2021

Nuove generazioni e contrasto dell’estremismo violento.

"Nuove generazioni e contrasto dell’estremismo violento. I giovani come attori del cambiamento" è il titolo del Seminario del 1° dicembre a Palermo, organizzato dal CESIE in collaborazione con il Centro Sviluppo Creativo Danilo Dolci, l'università di Palermo e il Centro Studi Sereno Regis, nel quadro delle attività del Radicalisation Awareness Network (RAN).

- Link per poter partecipare online al seminario: https://us06web.zoom.us/j/84622864586 

-Per informazioni: Guido Savasta al seguente indirizzo: guido.savasta@cesie.org

venerdì 22 ottobre 2021

Educare alle differenze nell'ottica del contrasto ad ogni forma di estremismo violento

Locandina del programma dell'evento provinciale di formazione sugli Estremismi Violenti del 29 Ottobre 2021, organizzato dall'Ufficio Scolastico per la Lombardia, Regione Lombardia e Liceo Artistico Modigliani

giovedì 21 ottobre 2021

I RISCHI DI SOFFIARE SUL FUOCO



Da un anno e mezzo il linguaggio che ruota intorno alla pandemia è stato mutuato da quello bellico, “la guerra al virus”, “il nemico invisibile”. Un linguaggio culminato nella concreta presenza nelle immagini dei mezzi militari che trasportavano le bare dei morti da Bergamo. Del resto in qualsiasi emergenza la macchina organizzativa che l’affronta è strutturata in catene di comando che rimandano all’ordine gerarchico militare, come ogni operatore della protezione civile sa benissimo. Se l’aspetto organizzativo militare è funzionale alla tempistica rapida con cui si deve intervenire nelle emergenze, quello della comunicazione, col passare del tempo, alimenta polarizzazioni. Cioè un conflitto tra narrazioni e sentimenti tra chi l’emergenza la gestisce e chi la subisce. È fatale che al discorso ufficiale emergano e si oppongano diverse contro-narrative che danno voce ad un arcipelago di soggetti che lungo questo periodo si sono, a qualche titolo, vittimizzati. Alcuni di questi titoli sono assolutamente legittimi. Pensiamo ad esempio alla ferita morale di chi non ha potuto eseguire le esequie dei propri cari defunti da Covid-19: un’offesa che in guerra occorre solo ai dispersi sui fronti. Così come la nascita di associazioni di familiari di vittime del Covid che cercano verità e giustizia di fronte ad alcune scelte politiche disastrose che hanno privilegiato l’economia alla salute pubblica. Oppure chi ha perso il lavoro o ha visto scendere il proprio reddito verso soglie di povertà. Occorre quindi distinguere tra i vittimizzati, le vittime vere, cioè chi ha subito perdite materiali o morali che siano, e chi si è percepito vittima sulla base di costrutti ideologici elaborati su teorie che hanno fornito loro una lettura politica critica della gestione della pandemia. Tra queste ultime ci sono teorie serie, poche, e molte teorie del complotto, tipiche dei meccanismi di propaganda durante i conflitti. Tuttavia la dinamica sociale che stiamo affrontando non è riassumibile in una manichea distinzione tra vittime vere e vittime ideologiche, ma è resa complessa dal fatto che la vittima vera può ‘assorbire’ anche il livello ideologico. Del resto ci sono diversi movimenti politici che cinicamente cavalcano i disagi sociali veri disseminando con le loro narrative il risentimento della vittimizzazione ideologica.

In termini manzoniani potremmo descrivere questo processo come un succedersi di gruppi sociali che sono stati individuati dall’inizio della pandemia come untori del corona-virus: i cinesi in Italia, i runner nei parchi, i giovani della movida, i no-vax. La differenza è che ora ai no-green-pass si sta aggiungendo una qualifica politica e ideologica. Nei primi commenti successivi all’assalto alla sede delle CGIL a Roma emergeva una evidente tendenza ad accomunare tutti i manifestanti no-green-pass con l’etichetta di “fascisti”. Se dovesse capitare qualche atto violento di segno opposto, analoghi commenti giungerebbero parimenti, col risultato di continuare a polarizzare e spingere ad estremizzare la propria mobilitazione, verso la violenza, anche parte dei manifestanti pacifici.

Quanto sopra dovrebbe indurre tutti a letture meno superficiali e semplicistiche delle piazze che in queste settime si oppongono all’obbligo del green pass vaccinale. Siamo in una specie di dopo-guerra e come tale dovrebbero agire i decisori politici. Anche se suona assai stonato per chi l’ha pronunciata per primo, il termine “pacificazione” non è completamente inappropriato nell’attuale contesto, nel quale iniziamo ad ascoltare una terminologia - “autunno caldo”, “strategia delle tensione”, “opposti estremismi” - di un periodo storico che è stato prodromo di diversi tentativi eversivi costati oltre 400 vite.

In molti paesi europei la situazione è analoga alla nostra e forse sarebbe utile volgere lo sguardo ai rimedi raccomandati dalla Commissione europea. In due conferenze di alto livello del Radicalisation Awarenes Network (RAN), che da 10 anni elabora politiche e pratiche di prevenzione, nei giorni scorsi sono stati analizzati anche i rischi di radicalizzazione sorti dal risentimento contro le misure governative anti-Covid, così come la frammentazione delle ideologie che lo supportano e le dinamiche di utilizzo dei social media per spandere le teorie del complotto sul web, mobilitando attori isolati o gruppi estremisti. Per affrontare questi rischi, che possono condurre a forme di violenza eversiva, in queste conferenze è rieccheggiato un obbiettivo, tra gli altri: “De-escalation of polarised discourse”, agire in modo contrario alla pericolosa escalation del discorso polarizzato al quale stiamo assistendo in Italia. 

Prediamo l’esempio di un argomento, anche costituzionalmente sostanziato, come lo scioglimento dell’organizzazioni neo-fascista Forza Nuova. Al netto delle strumentalizzazioni partitiche che periodicamente incrociano richieste e veti sulla chiusura dei centri sociali di estrema destra e sinistra, la questione sotto il profilo della prevenzione, e anche dell’intelligence, è assai semplice. Chiudere una realtà politica per decreto significa correre il rischio di spingere i suoi militanti in clandestinità; in una dimensione, cioè, in cui la violenza è assai più avanzata ed eversiva di quella di piazza. Lasciarli aperti, pur sapendo che da lì giungono o possono arrivare atti illegali, permette alle forze dell’ordine di monitorare agevolmente i loro militanti, i quali, alla luce del sole, di solito non superano quella soglia di violenza che dai danni alle cose passa alla vita delle persone.

Insomma, sarebbe bene bypassare i retaggi infetti e mai sopiti di antifascismo e anticomunismo anche solo per una ragion pratica: prevenire è assai meglio che curare successivamente. E prevenire è in primis smettere di soffiare sul fuoco con le parole.


lunedì 27 settembre 2021

Prevenire l’estremismo violento: intervista a Luca Guglielminetti


 

Prevenire è meglio che curare”: noi abbiamo preso questo detto davvero sul serio.

Il progetto CEAR mira al contrasto dell’estremismo e della radicalizzazione attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità locali in Francia, Ungheria, Portogallo, Cipro, Grecia, Italia, Polonia, Svezia e Romania. A tale scopo, i partner del progetto stanno supportando ONG e attivisti locali nella fase di implementazione di iniziative di prevenzione e contrasto dell’estremismo violento (P/CVE) rivolte ai membri delle proprie comunità di riferimento.

Per di più, leggere le testimonianze di altri operatori che lavorano “in prima linea” può offrire notevoli spunti di riflessione e informazioni preziose su come raggiungere un obiettivo così complesso.

A tale riguardo, coloro che sono particolarmente interessati ad affrontare il tema in questione potrebbero trarre ispirazione da questa intervista e comprendere come meglio gestire le proprie iniziative di prevenzione e contrasto dell’estremismo violento. 

Nell’ambito del progetto CEAR, abbiamo avuto l’opportunità e il piacere di intervistare un esperto del settore come Luca Guglielminetti al fine di raccogliere la sua personale esperienza e conoscere un po’ di più il suo lavoro.

Siamo profondamente convinti che le parole e l’impegno del Dott. Guglielminetti possano dar vita a nuove attività e progetti che contribuiranno al benessere della società, con particolare riferimento alle fasce più giovani. Invitiamo tutte le persone interessate alla tematica a leggere questa testimonianza.

Ecco i link all’articolo che contiene la tua intervista in italiano e inglese:

 

https://cesie.org/en/justice/cear-interview-luca-guglielminetti/ EN

 

https://cesie.org/giustizia/cear-intervista-luca-guglielminetti/     IT 

venerdì 24 settembre 2021

COP26: sull'orlo dell'abisso




Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel suo messaggio all'assemblea dei giorni scorsi ha affrontato il problema del cambiamento climatico parlando di un mondo “sull'orlo dell'abisso” e ha chiesto a tutti gli Stati membri di far sì che la prossima conferenza sul cambiamento climatico, COP26, sia un successo. Una metafora e un augurio da parte di un anziano esponente cattolico e socialista, degni di quelli espressi dal movimento della giovane Greta Thunberg, che per oggi (venerdì 24 settembre) ha convocato uno Sciopero Globale dedicato proprio al COP26, per rinnovare l’ennesima richiesta di impegno delle classi dirigenti verso la crisi climatica.
Un parallelo che può paventare il saldarsi di una alleanza d’intenti inter-generazionale verso un problema che, ancor più della pandemia e dei conflitti bellici, sta assumendo contorni apocalittici.
Tuttavia, la sensibilità del capo dell’ONU rischia di essere un’eccezione per due ordini di ragioni - l’una politica, l’altra cognitiva - sulle quale è utile soffermarsi. 
La prima risiede nella natura largamente deficitaria delle istituzioni internazionali rispetto il primato nelle nazioni. La dissonanza tra le parole di Guterres o della Thunberg e quella dei capi di stato, lo abbiamo visto molte volte in questi ultimi anni, è l’orizzonte politico degli interessi: globali e a lungo temine, i primi; nazionali e a breve termine, i secondi. Sono due modalità dell’agire della politica alle quali Hannah Arendt ha fornito un’utile concettualizzazione distinguendo tra il “politico”, cioè l’attività di governo della macchina amministrativa degli stati, che si oppone alla “politeia”, cioè la possibilità di esprime politiche attraverso forme di cittadinanza attiva e diretta. Non sempre percepiamo chiaramente che i livelli nazionali agiscono in un ambito sempre più limitato alla dimensione del politico, mentre le politiche, cioè quanto incide veramente sulle nostre vite, sono frutto di complesse dinamiche internazionali. Queste ultime sono state spesso ridotte al solo globalismo del rapace capitalismo tecnologico e finanziario con le sue politiche iperliberiste, mentre in vero esiste una ricca varietà di soggetti che ha promosse politiche nei più diversi ambiti e tematiche o almeno ci ha provato. Sicuramente ci stanno provando i giovani dei Fridays For Future. Un movimento che presenta alcune novità rispetto ai suoi antecedenti e che ci porta sul terreno della seconda ragione: la dimensione cognitiva.  
La maggior parte di noi adulti e anziani in questo anno e mezzo di pandemia ha allertato i propri sensi sviluppando un’ansia da Covid19: un pericolo verso un nemico che, seppur invisibile, mette a rischio la nostra salute o la vita stessa a breve termine. A settembre 2019, l’agenzia di stampa Reuter segnalava che l’American Psychological Association era consapevole di un crescente aumento di “eco-anxiety” tra i bambini e gli adolescenti. Una forma di ansia apparentemente piuttosto anomala visto che è relativa ad un pericolo che non è solo invisibile ma neppure imminente. O meglio, clinicamente normale solo se la crisi climatica è posta in un futuro percepito da questi giovani come imminente. “Sull'orlo dell'abisso” non è quindi per loro una metafora da propaganda, ma un concreto sentire che provoca ansia e verso il quale gli adulti devono rispondere riconoscendo «le paure dei giovani e offrire loro sostegno per intraprendere azioni positive come l’adesione allo sciopero mondiale del clima dei Venerdì», secondo un altro ente di ricerca, il Climate Psychology Alliance, citato dalla stessa Reuter.
Questa eco-ansia rappresenta una capacità cognitiva di percepire i rischi delle catastrofi imminenti provocate dalla crisi climatica che noi adulti non abbiamo o fatichiamo a raffiguraci per quella incapacità dei moderni di concepire le apocalissi. Lo abbiamo visto nel secolo scorso non solo nell’incapacità di anticipare o prevenire, ma pure nei ritardi decennali che si sono accumulati prima di affrontare gli atroci traumi di Kolyma, Auschwitz o Hiroshima.  
Oggi abbiamo migliaia di ragazze e ragazzi in tutto il mondo a manifestare per strada guidati da chi ha una psicopatologia ancor più grave, la sindrome di Asperger. Dovremmo porci qualche domanda, visto che Greta rivendica la sua “malattia” come la vera normalità: «Penso che per molti versi noi autistici siamo quelli normali e il resto della gente è piuttosto strana. Non siamo molto bravi a mentire e di solito non ci piace partecipare al gioco sociale, cui voialtri sembrate così affezionati». Il messaggio è tanto serio quanto semplice, in fondo: distogliere l’attenzione dal teatrino del “politico”, con le sue propagande menzoniere, e volgerlo a una “politeia” che affronti la piena responsabilità verso le nuove generazioni. A noi anziani non lasciare soli i nostri figli e António Guterres.



venerdì 10 settembre 2021

Pubblicato il saggio sulla radicazzazione verde non violenta

Questo saggio è l'esito della Call for paper dell'Università degli Studi di Perugia in occasione del 1° Convegno Internazionale “Dialoghi di pace: dalla nonviolenza alla sostenibilità” del 26-27 novembre 2019 e affronta il tema della sostenibilità dell’azione non-violenta nel movimento che si preoccupa della sostenibilità ecologica dell’agire umano sulla terra, in particolare dei Fridays For Future di Greta Thunberg, nel solco degli studi multidisciplinari sulla violenza politica, terrorismo e radicalizzazione.

Il paper qui è su Academia.edu

sabato 4 settembre 2021

SEMINARIO SUI DIRITTI EUROPEI ED ITALIANI DELLE VITTIME DEL TERRORISMO



Programma seminario sui diritti delle vittime del terorrismo



Le finalità del seminario online del 24 Settembre 2021, dedicato ai decisori politici, sono quelle di informare e discutere:

Da una parte, sulla normativa europea in materia di diritti delle vittime e di quelle del terrorismo in particolare, cioè le direttive 2012/29 e 2017/541, che promuove:
a) il diritto di ottenere informazioni, fin dal primo contatto con un’autorità competente, su ogni pertinente questione giuridica, pratica o finanziaria; b) diritti di accesso ai servizi di assistenza alle vittime, gratuiti e operanti nell’interesse della vittima, prima, durante e, per un congruo periodo di tempo, dopo il procedimento penale; c) i diritti procedurali che garantiscono che ogni vittima abbia accesso alla giustizia; d) diritti a misure destinate a proteggere le vittime del terrorismo e i loro familiari da vittimizzazione secondaria e ripetuta, intimidazione e ritorsioni, rischio di danni emotivi o psicologici e protezione della loro vita privata; e) servizi di sostegno che comprendano un’assistenza riservata, gratuita e facilmente accessibile per le richieste di indennizzo, incluse le vittime transfrontaliere.

Dall’altra, sulla riforma della legge n. 206 del 2004, attraverso la proposta di legge n. 2935 presentata il 10 Marzo 2021: “Modifiche alla legge 3 agosto 2004, n. 206, e altre disposizioni in materia di benefìci in favore delle vittime del terrorismo, che vuole: 
a) uniformare la platea dei beneficiari dei benefìci semplificando nel contempo le procedure per la loro concessione; b) dare piena attuazione alla rivalutazione integrale degli importi dei trattamenti economici (cosiddetta « clausola oro »); c) uniformare i criteri di valutazione attraverso il riconoscimento del danno biologico e morale per gli invalidi a causa di attentati avvenuti e valutati successivamente alla data del 26 agosto 2004; d) prevedere che sia definita con decisione amministrativa la concessione dei principali benefìci di legge; e) estendere a tutte le vittime italiane civili di attentati compiuti all’estero e ai loro familiari i benefìci previsti per le vittime dell’attentato terroristico di Dacca del 1° luglio 2016; f) uniformare le diverse categorie di vittime ai fini del riconoscimento dei diversi benefìci.

Intervengono: Aleksandra Ivankovic di Victim Support Europe, Luca Guglielminetti dell'Associazione Leon Battista Alberti, Federico Mancini di Rete Dafne Torino, Mariavaleria del Tufo, docente di Diritto penale presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e membro di Rete Dafne Italia, gli on. Andrea De Maria e Andrea Giorgis,  ePaolo Bolognesi, presidente dell’Unione stragi ed ex parlamentare.


  • Registrazioni entro il 17 Settembre 2021 qui: https://forms.gle/CofRBoj1kvWpjbio7
  • Aggiornamento: Il seminario è stato annullato per assenza di decisori politici interessati
  • mercoledì 28 luglio 2021

    Il paradosso delle discriminazioni



    martedì 29 giugno 2021

    Formazione sui diritti delle vittime del terrorismo

    Corso di formazione del EU Centre of Expertise for Victims of Terrorism (EUCVT), istituito dalla Commissione europea, sui diritti della vittime del terrorismo per operatori italiani il 12 e 13 luglio 2021.

    11 docenti per 48 partecipanti, operatori dal privato sociale, al corso coordinato da Luca Guglielminetti e Federico Mancini con la collaborazione dell'Associazione Leon Battista Alberti e i docenti provenienti dalla Magistratura dall’Università, dalla Rete Dafne, da Psicologi per i Popoli Torino, dall’Associazione delle vittime della strage di Piazza Fontana e dall’ANCI Piemonte.

    • Per info e registrazioni <luca.guglielmineti@gmail.com>

    Formazione Sui Diritti Dell... by Luca Guglielminetti

    domenica 27 giugno 2021

    Memorials for victims of terrorism and their possible value for P/CVE

     

    My last paper for the European Commission/Radicalisation Awareness Network: "Memorials for victims of terrorism and their possible value for P/CVE – Different approaches within the EU".

    Throughout the EU, for over a century, Member States (MSs) have suffered from different forms of war, atrocities and terrorism and have developed different approaches in the way of managing the memory of such conflicts.

    The focus of this paper is on the ways in which memorials for victims of terrorism (VoT) have been used in the context of preventing and countering violent extremism (P/CVE), outlining the most common approaches in different MSs and giving recommendations directed at first-line practitioners working in areas that could encompass memorials in their work (e.g. educators, local authorities, community workers, exit workers, probation workers, social workers) and policymakers at local, national and European levels looking to learn more from ongoing experiences amongst EU MSs and abroad, and to reflect on their own plans and frameworks.

    Both the definition of “victim” and the definition of “terrorism” are discussed both academically and politically; P/CVE policies and strategies have different approaches in different MSs, as well as different historical backgrounds and political contexts and violence heritages, so this paper includes final notes and a bibliography for those readers interested in more in-depth knowledge on the many aspects around the topic.

    martedì 22 giugno 2021

    Video del convegno del Tavolo di lavoro multi-agenzia su P/CVE di Torino

    Video del convegno del Tavolo di lavoro multi-agenzia per la prevenzione degli estremismi violenti della Città di Torino e dei partecipanti al Radicalisation Awareness Network: Prevenzione degli estremismi violenti: sfide, pratiche e politiche da Torino ai livelli nazionale ed europeo. Torino 22 Giugno 2021, Municipio, sala delle Colonne.

    lunedì 21 giugno 2021

    Evaluation Support for Countering Violent Extremism (CVE) at the Local Level



    This project aims to create long-term capacity in CVE evaluation and contribute to the overall effectiveness, transparency, and accountability of CVE programmes. Many organizations that implement programmes aimed at countering violent extremism (CVE) lack the capacity to evaluate the success of their programmes. The Harvard Chan School team works collaboratively with CVE practitioners from NATO member and partner countries to design and implement programme evaluations tailored to their local context and needs. The overall goal of the project is to facilitate the integration of scientifically derived knowledge into security policies.
    This is the agenda of the workshop on the case studies, among which the Italian one managed in Turin in the framework of Exit Europe project


    domenica 20 giugno 2021

    Intervista sul Convegno del 22 giugno sulla prevenzione degli estremismi violenti

    Intervista a ToRadio sulla conferenza del 22 giugno 2021 del Tavolo di lavoro multi-agenzia per la prevenzione degli estremismi violenti della Città di Torino e rappresentanti del RAN, intitolata "Prevenzione degli estremismi violenti: sfide, pratiche e politiche da Torino ai livelli nazionale ed europeo".



    Programma (click per ingrandire)



    sabato 19 giugno 2021

    Cesare Battisti e lo stato di diritto

    Chi mi conosce sa che dal 2000 ho passato 15 anni a lavorare per l’ Associazione Italiana Vittime del terrorismo, nell’ambito di relazioni internazionale, comunicazione e didattica. Risulterà strano oggi, ma il destino delle vittime di Cesare Battisti, latitante in Francia prima e in Brasile poi, così come quelle delle altre vittime degli anni di piombo, fin verso il 2008 interessava praticamente a nessuno. Del resto la stessa società civile - che fosse l’associazionismo che protegge Caino o quella che protegge Abele - per quasi 30 anni si è curata solo della reintegro in società degli ex militanti della lotta armata di destra e sinistra; mentre le vittime si dovevano aiutare tra loro per rompere l’isolamento sociale e per ottenere i loro diritti. Tra i miei compiti ho quindi anche tenuto i rapporti con la stampa brasiliana per permettere alle voci dei familiari dell’ex militante dei Nuclei Armati Proletari di giungere oltre oceano nel 'paradiso' gestito allora da Lula. Oggi, due anni dopo l’arresto, l’estradizione in Italia e la confessione dei crimini commessi, penso che non si possa prendere alla leggera lo sciopero della fame in corso, motivato nell’articolo in calce. Se le associazioni di vittime si sono giustamente vantate di non aver mai chiesto vendetta, ma solo applicazione dello stato di diritto, allora oggi non penso proprio che possono stare in silenzio.

     

    domenica 13 giugno 2021

    Prevenzione degli estremismi violenti: sfide, pratiche e politiche da Torino ai livelli nazionale ed europeo

    In vista dei lavori della conferenza del 22 giugno 2021 del Tavolo di lavoro multi-agenzia per la prevenzione degli estremismi violenti della Città di Torino, una intervista a Luca Guglielminetti, RAN Ambassador in Italia a "Fino a prova contraria" - Blog - L’Espresso -13 Giugno 2021.

     "Prevenzione degli estremismi violenti: sfide, pratiche e politiche da Torino ai livelli nazionale ed europeo".


    Programma (click per ingrandire)

    martedì 25 maggio 2021

    Limiti e problemi della proposta di legge italiana sulla prevenzione della radicalizzazione

     Video della mia audizione in Commissione Affari Costituzionali della Camera sulla proposta di legge “Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento di matrice jihadista”, in veste di RAN Ambassador for Italy.

    La Commissione Affari costituzionali, nell’ambito dell’esame congiunto della proposta di legge recante “Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista” e della proposta di legge recante “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni di estremismo violento o terroristico e di radicalizzazione di matrice jihadista”, ha svolto le seguenti audizioni:
    ore 16.20   Luca Guglielminetti, ambasciatore per l’Italia della Radicalisation Awareness Network della Commissione europea.

    giovedì 29 aprile 2021

    Dottrina Mitterrand e Nemesi

    E' abbastanza triste dover osservare la nemesi al lavoro, ma diciamolo francamente: la Francia ha avuto bisogno delle centinaia di vittime del terrorismo degli ultimi 5 anni per capire che non poteva continuare a svolgere quel ruolo che Guido Ceronetti definì «enorme cattedrale pietosa che accoglie assassini e fornisce loro impunità, opportunità e patenti d’intellettuali», in riferimento alla cosiddetta “dottrina Mitterrand” che ha permesso di ospitare oltralpe (e oltre-pirenei) decine e decine di esponenti dell’eversione italiana (e basca) per decenni.


    da Avvenire del 29 Aprile 2021




    venerdì 9 aprile 2021

    10 years of RAN ‒ Victims of terrorism

     

     

    "Since 2011, RAN has worked with victims of terrorism. RAN’s Victims of Terrorism Working Group puts victims at the centre of P/CVE debate. Working with Victims has always been central to RAN’s philosophy. RAN has also helped victims of terrorism to redefine their roles within P/CVE. 10 years after being created, RAN remains a vital supporting resource for victims". 


    As I was an actor of the preparing and launching of the RAN in 2011, as well as co-chair of its Victims of Terrorism Working Group until 2016, I can say that at that time most of other actors were not agree to place victims as central into RAN’s philosophy. It has been a challenge that risked failure and maybe it's still today a challenge to be understood in its deepest meaning.

    venerdì 2 aprile 2021

    “EXIT Europe”: civil-society based exit programmes across all forms of violent extremism

    “EXIT Europe” pursues the key objective to develop locally embedded, civil-society based exit programmes across all forms of violent extremism in Europe.

    Since 2019, the Austrian Federal Ministry of the Interior (BMI) has been coordinating an EU project focusing on the implementation of needs-oriented exit and de-radicalisation work. The project, which was financed through resources provided by the Internal Security Fund (ISF), will be completed by the end of March 2021 and has been a great success: exit programmes have been established in all five participating countries and a European Manual for Exit Work has been created. The networks established will guarantee multi-agency based efforts when continuing the exit programmes in the countries involved in the future.

    Original Press release in German

    Here is the agenda of the project  Final Conference

    EXIT Europe Final Conferenc... by Luca Guglielminetti

    lunedì 1 febbraio 2021

    Avviati i lavori del Tavolo torinese di P/CVE

    Il Tavolo di lavoro multi-agenzia della Città di Torino per la prevenzione degli estremismi violenti, già deliberato dal Consiglio Comunale e dalla Giunta della Città di Torino ha avviato i lavori il 29 gennaio 2021 nella seduta congiunta delle Commissioni Commissioni Legalità, Diritti e pari opportunità e Contrasto intolleranza e razzismo.