lunedì 23 dicembre 2019

Patriottismo senza sovranismo o populismo: l'esempio danese


Un elogio patriottico di quella che Amartya Sen definisce «l'inaggirabile natura plurale delle nostre identità» (Identità e violenza, 2006)

- Italian version of the Danish clip "All that we share" by TV 2 Danmark

mercoledì 18 dicembre 2019

Il mito dell'innocenza: breve omaggio ad Anna Bravo



Mentre infuria la polemica tra Benedetta Tobagi e Adriano Sofri, in questi giorni successivi alle commemorazioni pubbliche del 50° anniversario della strage di Piazza Fontana a Milano, preme qui ricordare la scomparsa, pochi giorni prima del 12 dicembre, della storica torinese Anna Bravo, che nel saggio "Noi e la violenza. Trent’anni per pensarci" (2004), qui reperibile, aveva a suo tempo alimentato altrettanta polemica, affrontando il mito che l'estrema sinistra ha adottato per giustificare l'utilizzo delle violenza a seguito di quella strage. Riporto due frasi della mia doppia recenzione, Il rapporto della sinistra con la violenza dagli anni di piombo a oggi : al suo testo e al libro di Luigi Manconi (2008):
« La tesi giustificazionista della scelta violenta della "fine dell’innocenza" dopo la strage di Piazza Fontana, con la morte di Pinelli e l'accusa agli anarchici, scrive Anna Bravo che "è una verità parziale". La teoria dell'innocenza di chi reagisce violentemente all'ingiustizia della stage "di Stato", quella del “tutti colpevoli” per l'omicidio Calabresi, che può facilmente rovesciarsi in “nessun colpevole”, sono "costruzione in cui l’idealizzazione nostalgica e il desiderio di preservare un’autoimmagine positiva sono tenuti insieme da qualche vuoto di memoria."
Posizione analoga a quella di Luigi Manconi che della Stage di Piazza Fontana parla in termini di fattore di "accelerazione", di "precipitazione" verso l'uso della violenza: un "mito delle origini" quello dell'innocenza che nasconde in vero un'ovvietà: che negli anni Settanta sia mancato "Un pensiero originale sulla questione-violenza", scrive Manconi citando la Bravo ».

Un "pensiero originale" sulla violenza che ha poi provveduto lei a sviluppare aprendo la strada, sul solco di Primo Levi, a una contro-storia dei conflitti del XX secolo, dove è andata ad individuarvi le azioni di donne e uomini che hanno "risparmiato sangue": La conta dei salvati (2013). Una contro-storia di anti-eroi, resistenti alla deumanizzazione del nemico insita nei conflitti, che hanno provato in molte occasione a risparmiare il sacrificio delle vittime. Una prospettiva, la ricerca di Anna Bravo, che risulta un vero omaggio alle stesse vittime di Piazza Fontana e all'anarchico Pinelli.

giovedì 12 dicembre 2019

Commemorazione Civile vs Retorica di Stato

Una commemorazione di un attentato, con un'intera scuola sequestrata e 10 persone messe al muro e gambizzate, priva di ogni retorica in quanto nutrita della sola capacità resiliente della società civile. Gli studenti odierni raccontano quanto è successo alla SAA di Torino 40 anni fa, mentre i testimoni dei fatti di allora, le loro reazioni e i loro sentimenti. Nessuna istituzione pubblica o apparato repressivo interviene a eroicizzare lo Stato ed esorcizzare l'anti-Stato. Solo flusso di fatti, riflessioni ed emozioni, brevi e coincisi, aneddoti comici inclusi, infine sciolto in un convivium intergenerazionale.
"Un format commemorativo" unico, frutto del genio di Donatella Pacces.

venerdì 6 dicembre 2019

40 anni dopo l'attentato alla SAA di Torino

A 40 anni di distanza dall'attacco terroristico di Prima Linea dell'11 novembre 1979, gli studenti della Scuola di Amministrazione Azienda di Torino rileggono i contesti e i fatti con i testimoni dell'epoca per riflettere sul presente.

40 anni dall'attacco terroristico alla Scuola di Amministrazione Azienda di Torino