lunedì 27 settembre 2021

Prevenire l’estremismo violento: intervista a Luca Guglielminetti


 

Prevenire è meglio che curare”: noi abbiamo preso questo detto davvero sul serio.

Il progetto CEAR mira al contrasto dell’estremismo e della radicalizzazione attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità locali in Francia, Ungheria, Portogallo, Cipro, Grecia, Italia, Polonia, Svezia e Romania. A tale scopo, i partner del progetto stanno supportando ONG e attivisti locali nella fase di implementazione di iniziative di prevenzione e contrasto dell’estremismo violento (P/CVE) rivolte ai membri delle proprie comunità di riferimento.

Per di più, leggere le testimonianze di altri operatori che lavorano “in prima linea” può offrire notevoli spunti di riflessione e informazioni preziose su come raggiungere un obiettivo così complesso.

A tale riguardo, coloro che sono particolarmente interessati ad affrontare il tema in questione potrebbero trarre ispirazione da questa intervista e comprendere come meglio gestire le proprie iniziative di prevenzione e contrasto dell’estremismo violento. 

Nell’ambito del progetto CEAR, abbiamo avuto l’opportunità e il piacere di intervistare un esperto del settore come Luca Guglielminetti al fine di raccogliere la sua personale esperienza e conoscere un po’ di più il suo lavoro.

Siamo profondamente convinti che le parole e l’impegno del Dott. Guglielminetti possano dar vita a nuove attività e progetti che contribuiranno al benessere della società, con particolare riferimento alle fasce più giovani. Invitiamo tutte le persone interessate alla tematica a leggere questa testimonianza.

Ecco i link all’articolo che contiene la tua intervista in italiano e inglese:

 

https://cesie.org/en/justice/cear-interview-luca-guglielminetti/ EN

 

https://cesie.org/giustizia/cear-intervista-luca-guglielminetti/     IT 

venerdì 24 settembre 2021

COP26: sull'orlo dell'abisso




Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel suo messaggio all'assemblea dei giorni scorsi ha affrontato il problema del cambiamento climatico parlando di un mondo “sull'orlo dell'abisso” e ha chiesto a tutti gli Stati membri di far sì che la prossima conferenza sul cambiamento climatico, COP26, sia un successo. Una metafora e un augurio da parte di un anziano esponente cattolico e socialista, degni di quelli espressi dal movimento della giovane Greta Thunberg, che per oggi (venerdì 24 settembre) ha convocato uno Sciopero Globale dedicato proprio al COP26, per rinnovare l’ennesima richiesta di impegno delle classi dirigenti verso la crisi climatica.
Un parallelo che può paventare il saldarsi di una alleanza d’intenti inter-generazionale verso un problema che, ancor più della pandemia e dei conflitti bellici, sta assumendo contorni apocalittici.
Tuttavia, la sensibilità del capo dell’ONU rischia di essere un’eccezione per due ordini di ragioni - l’una politica, l’altra cognitiva - sulle quale è utile soffermarsi. 
La prima risiede nella natura largamente deficitaria delle istituzioni internazionali rispetto il primato nelle nazioni. La dissonanza tra le parole di Guterres o della Thunberg e quella dei capi di stato, lo abbiamo visto molte volte in questi ultimi anni, è l’orizzonte politico degli interessi: globali e a lungo temine, i primi; nazionali e a breve termine, i secondi. Sono due modalità dell’agire della politica alle quali Hannah Arendt ha fornito un’utile concettualizzazione distinguendo tra il “politico”, cioè l’attività di governo della macchina amministrativa degli stati, che si oppone alla “politeia”, cioè la possibilità di esprime politiche attraverso forme di cittadinanza attiva e diretta. Non sempre percepiamo chiaramente che i livelli nazionali agiscono in un ambito sempre più limitato alla dimensione del politico, mentre le politiche, cioè quanto incide veramente sulle nostre vite, sono frutto di complesse dinamiche internazionali. Queste ultime sono state spesso ridotte al solo globalismo del rapace capitalismo tecnologico e finanziario con le sue politiche iperliberiste, mentre in vero esiste una ricca varietà di soggetti che ha promosse politiche nei più diversi ambiti e tematiche o almeno ci ha provato. Sicuramente ci stanno provando i giovani dei Fridays For Future. Un movimento che presenta alcune novità rispetto ai suoi antecedenti e che ci porta sul terreno della seconda ragione: la dimensione cognitiva.  
La maggior parte di noi adulti e anziani in questo anno e mezzo di pandemia ha allertato i propri sensi sviluppando un’ansia da Covid19: un pericolo verso un nemico che, seppur invisibile, mette a rischio la nostra salute o la vita stessa a breve termine. A settembre 2019, l’agenzia di stampa Reuter segnalava che l’American Psychological Association era consapevole di un crescente aumento di “eco-anxiety” tra i bambini e gli adolescenti. Una forma di ansia apparentemente piuttosto anomala visto che è relativa ad un pericolo che non è solo invisibile ma neppure imminente. O meglio, clinicamente normale solo se la crisi climatica è posta in un futuro percepito da questi giovani come imminente. “Sull'orlo dell'abisso” non è quindi per loro una metafora da propaganda, ma un concreto sentire che provoca ansia e verso il quale gli adulti devono rispondere riconoscendo «le paure dei giovani e offrire loro sostegno per intraprendere azioni positive come l’adesione allo sciopero mondiale del clima dei Venerdì», secondo un altro ente di ricerca, il Climate Psychology Alliance, citato dalla stessa Reuter.
Questa eco-ansia rappresenta una capacità cognitiva di percepire i rischi delle catastrofi imminenti provocate dalla crisi climatica che noi adulti non abbiamo o fatichiamo a raffiguraci per quella incapacità dei moderni di concepire le apocalissi. Lo abbiamo visto nel secolo scorso non solo nell’incapacità di anticipare o prevenire, ma pure nei ritardi decennali che si sono accumulati prima di affrontare gli atroci traumi di Kolyma, Auschwitz o Hiroshima.  
Oggi abbiamo migliaia di ragazze e ragazzi in tutto il mondo a manifestare per strada guidati da chi ha una psicopatologia ancor più grave, la sindrome di Asperger. Dovremmo porci qualche domanda, visto che Greta rivendica la sua “malattia” come la vera normalità: «Penso che per molti versi noi autistici siamo quelli normali e il resto della gente è piuttosto strana. Non siamo molto bravi a mentire e di solito non ci piace partecipare al gioco sociale, cui voialtri sembrate così affezionati». Il messaggio è tanto serio quanto semplice, in fondo: distogliere l’attenzione dal teatrino del “politico”, con le sue propagande menzoniere, e volgerlo a una “politeia” che affronti la piena responsabilità verso le nuove generazioni. A noi anziani non lasciare soli i nostri figli e António Guterres.



venerdì 10 settembre 2021

Pubblicato il saggio sulla radicazzazione verde non violenta

Questo saggio è l'esito della Call for paper dell'Università degli Studi di Perugia in occasione del 1° Convegno Internazionale “Dialoghi di pace: dalla nonviolenza alla sostenibilità” del 26-27 novembre 2019 e affronta il tema della sostenibilità dell’azione non-violenta nel movimento che si preoccupa della sostenibilità ecologica dell’agire umano sulla terra, in particolare dei Fridays For Future di Greta Thunberg, nel solco degli studi multidisciplinari sulla violenza politica, terrorismo e radicalizzazione.

Il paper qui è su Academia.edu

sabato 4 settembre 2021

SEMINARIO SUI DIRITTI EUROPEI ED ITALIANI DELLE VITTIME DEL TERRORISMO



Programma seminario sui diritti delle vittime del terorrismo



Le finalità del seminario online del 24 Settembre 2021, dedicato ai decisori politici, sono quelle di informare e discutere:

Da una parte, sulla normativa europea in materia di diritti delle vittime e di quelle del terrorismo in particolare, cioè le direttive 2012/29 e 2017/541, che promuove:
a) il diritto di ottenere informazioni, fin dal primo contatto con un’autorità competente, su ogni pertinente questione giuridica, pratica o finanziaria; b) diritti di accesso ai servizi di assistenza alle vittime, gratuiti e operanti nell’interesse della vittima, prima, durante e, per un congruo periodo di tempo, dopo il procedimento penale; c) i diritti procedurali che garantiscono che ogni vittima abbia accesso alla giustizia; d) diritti a misure destinate a proteggere le vittime del terrorismo e i loro familiari da vittimizzazione secondaria e ripetuta, intimidazione e ritorsioni, rischio di danni emotivi o psicologici e protezione della loro vita privata; e) servizi di sostegno che comprendano un’assistenza riservata, gratuita e facilmente accessibile per le richieste di indennizzo, incluse le vittime transfrontaliere.

Dall’altra, sulla riforma della legge n. 206 del 2004, attraverso la proposta di legge n. 2935 presentata il 10 Marzo 2021: “Modifiche alla legge 3 agosto 2004, n. 206, e altre disposizioni in materia di benefìci in favore delle vittime del terrorismo, che vuole: 
a) uniformare la platea dei beneficiari dei benefìci semplificando nel contempo le procedure per la loro concessione; b) dare piena attuazione alla rivalutazione integrale degli importi dei trattamenti economici (cosiddetta « clausola oro »); c) uniformare i criteri di valutazione attraverso il riconoscimento del danno biologico e morale per gli invalidi a causa di attentati avvenuti e valutati successivamente alla data del 26 agosto 2004; d) prevedere che sia definita con decisione amministrativa la concessione dei principali benefìci di legge; e) estendere a tutte le vittime italiane civili di attentati compiuti all’estero e ai loro familiari i benefìci previsti per le vittime dell’attentato terroristico di Dacca del 1° luglio 2016; f) uniformare le diverse categorie di vittime ai fini del riconoscimento dei diversi benefìci.

Intervengono: Aleksandra Ivankovic di Victim Support Europe, Luca Guglielminetti dell'Associazione Leon Battista Alberti, Federico Mancini di Rete Dafne Torino, Mariavaleria del Tufo, docente di Diritto penale presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e membro di Rete Dafne Italia, gli on. Andrea De Maria e Andrea Giorgis,  ePaolo Bolognesi, presidente dell’Unione stragi ed ex parlamentare.


  • Registrazioni entro il 17 Settembre 2021 qui: https://forms.gle/CofRBoj1kvWpjbio7
  • Aggiornamento: Il seminario è stato annullato per assenza di decisori politici interessati