sabato 21 febbraio 2015

Omaggio al Presidente Aiviter, Dante Notaristefano

UNA GIORNATA AMERICANA
Anche a New York c'è un edificio a fetta di polenta come a Torino, solo che lì lo chiamano Flat-iron Building cioè Ferro da stiro (all’anagrafe il nome è Fuller Building), un elegantissimo edificio nel centro di Manhattan a ridosso di Madison Square Park.

Lo abbiamo ammirato tutto illuminato con Dante la sera del 22 settembre del 2011, da un tavolino, in un roof bar, quei locali dotati di terrazzo sul tetto, sito proprio prospiciente a quell'edificio così familiare.

La mattina di quel giorno Dante si era trovato a rappresentare l'Associazione Italiana Vittime del Terrorismo alla inaugurazione del Forum Globale contro il Terrorismo (Global Counterterrorism Forum) con i ministri degli esteri di ben 30 paesi, tra i quali l'Italiano Frattini, convocati su iniziativa del Dipartimento di Stato Americano, in occasione del 10° anniversario dell'attacco alle Torri Gemelle e in concomitanza con l'annuale Assemblea delle Nazioni Unite.


L'allora Segretario di Stato Hillary Clinton, con quell'iniziativa stava aprendo la collaborazione agli altri paesi nella lotta al terrorismo nel nuovo corso dell'amministrazione Obama che intendeva superare l'approccio bellico e muscolare di quella precedente, per affrontare il fenomeno in modo quanto più preventivo possibile, come ribatito nel recentissimo summit alla Casa Bianca su Countering Violent Extremism.

Ai ministri dei vari paesi coinvolti il Dipartimento di Stato aveva chiesto di inviate nell'occasione le associazione delle vittime del terrorismo dei loro paesi e quel giorno i lavori si aprirono infatti con le parole delle vittime da tutto il mondo raccolte in video dall'associazione diretta da Carie Lemack, figlia di una passeggera del volo United Airlines 93, quello col quale i terroristi intendevano colpire il Campidoglio o la Casa Bianca.

I ministri degli altri paesi non si affannarono però a cercare associazioni di vittime. La Farnesina fu l'unico ministero dei 30 paese ospitati a contattare quella che meglio rappresentasse l'Italia. Aiviter era l'unica accreditata alla Commissione Europea, all'Osce, alle Nazioni Unite. Era l'unica che in delegazione guidata da Dante fosse andata all'Eliseo a Parigi nel 2008 ad affrontare direttamente il Presidente francese Nicolas Sarkozy per il caso di uno dei tanti latitanti espatriati in Francia dopo gli anni di piombo. L’anno dopo a Madrid, nel luglio 2012, Dante fece uno dei sui interventi più importanti, in occasione della sessione di lavori del Forum Globale contro il Terrorismo dedicata alle vittime del terrorismo (leggibile qui).
Ho voluto ricordare il momento dolce di una serata con Dante sullo sfondo di Manhattan, per sottolineare come nonostante il suo fragile stato di salute, già allora, ebbe la forza e la volontà di perseguire il suo ruolo con una tenacia unica, a sprezzo delle fatiche immense a cui si sottoponeva. Le stesse fino alle scorse settimane, quando il suo fiato si face vieppiù affannoso.
Una tenacia che gli ha permesso nei suoi ultimi 8 anni di gioire per le soddisfazioni e di non affondare per le amarezza. Già perché, solo restando a quel giorno americano, nessun quotidiano o media diede poi notizia di quella partecipazione. Così come gli è capitato in troppe altre circostanze: il suo merito è rimasto sconosciuto o forse incompreso. La sua cura per la custodia della memoria storica al fine di impedire che calasse l’oblio sul sacrificio delle vittime e per prevenire il terrorismo nelle giovani generazioni, ha una dimensione morale in Dante che ancora a troppi sfugge.
Un onore per me avere collaborato con Dante.
Sia a lui lieve la terra.