lunedì 16 marzo 2020

Coronavirus Outbreak and Rule of Law: Need for Vigilance


The idiot is one who lives only in his own household and is concerned only with his own and its necessities  - Hannah Arendt

More and more countries have their citizens locked up at home to fight the coronavirus pandemic. The need for measures restricting individual freedom is not questioned here: we are all well aware of the need to postpone the peak outbreak so as not to burden healthcare facilities. However, the situation for democratic countries poses a real risk to the Rule of Law, as soon as part of the public discourse lingers in comparison with war, as curried after 9/11 with the War on Terror
It's dangerous to handle the covid-19 emergency like it's a war and Hannah Arendt talks about it in the final section added to the second edition of her book, The Origins of Totalitarianism, in 1958, when she highlights how individual isolation and loneliness are preconditions for totalitarian domination. Concept then taken up in her later paper Public Rights and Private Interests (1974).

In Italy, for example, the over-regulation of the most personal moments of daily life is taking place with minimal involvement of Parliament. Legislation versus coronavirus emergency arises from decrees of executive power (i.e. decisions of the Council of Ministers) while the spread of the virus among parliamentarians slows down their function of control and balance.

In this sense, the reading of Hanna Arendt and her alert lies in the need for vigilance on the part of the community and the mass media. The independence, autonomy and critical capacity of the media are nowaday a bulwark of fundamental human rights and our democracies, so that our fears don't become "carte blanche" for governments.

Then we can say that yes, of course we are in our "own household(s)", but our responsibility and concern is also not to become idiots...!



Coronavirus e Stato di diritto: la necessità di vigilare

"L'idiota è uno che vive solo nella propria casa e si preoccupa solo della propria vita e delle sue necessità"
- Hannah Arendt

Sempre più paesi hanno i loro cittadini rinchiusi in casa per combattere la pandemia di coronavirus. La necessità di misure che limitino la libertà individuale non viene qui messa in discussione: siamo tutti ben consapevoli della necessità di posticipare il picco dell'epidemia per non appesantire le strutture sanitarie. Tuttavia, la situazione per i Paesi democratici rappresenta un rischio reale per lo Stato di diritto, non appena la maggior parte del discorso pubblico indugia nel paragone con la guerra, come si è verificato dopo l'11 settembre con la War in Terror.

È pericoloso gestire l'emergenza covid-19 come se fosse una guerra e Hannah Arendt ne parla nella sezione finale aggiunta alla seconda edizione del suo libro, Le origini del totalitarismo, nel 1958, quando evidenzia come l'isolamento e la solitudine individuale siano i prerequisiti per il dominio totalitario. Concetto poi ripreso nel suo saggio successivo Public Rights and Private Interests (1974).

In Italia, ad esempio, l'eccessiva regolamentazione dei momenti più personali della vita quotidiana avviene con un coinvolgimento minimo del Parlamento. La legislazione contro l'emergenza coronavirus nasce da decreti del potere esecutivo (cioè da decisioni del Consiglio dei ministri) mentre la diffusione del virus tra i parlamentari rallenta la loro funzione di controllo e di equilibrio.

In questo senso, la lettura di Hanna Arendt e la sua allerta risiede nella necessità di vigilanza da parte della comunità e dei mass media. L'indipendenza, l'autonomia e la capacità critica dei media sono oggi un baluardo dei diritti umani fondamentali e delle nostre democrazie, affinché le nostre paure non diventino "carta bianca" per i governi.

Allora possiamo dire che sì, certemente stiamo nelle nostre case, ma la nostra responsabilità e preoccupazione oggi è anche quella di non diventare degli idioti...!

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