mercoledì 31 ottobre 2018
Preparing training activity on radicalisation in prison
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domenica 28 ottobre 2018
Il ritardo italiano nella prevenzione della radicalizzazione: la resilienza
Tratto da Quaderni di Benvenuti in Italia, n. 12/2018 che contiene gli atti del Convegno di Studi "Islam e prevenzione
dei radicalismi: nuove strategie e best practices" svoltosi a Roma presso la Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati, il 30 maggio 2017.
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venerdì 26 ottobre 2018
1956 Budapest
It is quite impressive to see two flags outside the Hungarian parliament with a big hole in the center: a symbolic exposition of a 62-year-old political trauma so far from recovery. #1956hungary #1956revolution
martedì 16 ottobre 2018
Prevenzione della radicalizzazione violenta: il paradosso del caso italiano
Versione italiana del paper per la conferenza SPECTO2018 (https://specto2018.uvt.ro/).
Abstract:
L'Italia non ha subito attacchi terroristici come quelli che si sono verificati in molte altre realtà europee, ma è anche uno dei pochi paesi ancora privi di una strategia nazionale per prevenire e contrastare la radicalizzazione violenta (P / CVE): quelle politiche e programmi strutturati con il supporto delle autorità locali e della società civile che va oltre una prospettiva strettamente di sicurezza nell'affrontare le sfide del terrorismo e dell'estremismo. Questo è un paradosso? L'articolo inizialmente e brevemente descrive le caratteristiche della politica antiterrorismo e il contesto italiano dei fenomeni di radicalizzazione per argomentare come l'Italia si trova in una situazione anomala ma anche privilegiata nello scenario europeo grazie alle sue passate esperienze di terrorismo nel XX secolo. Di fronte ai limitati rischi sorti finora, gli Autori propongono una riflessione sulle prospettive a medio e lungo termine che porterebbero il Paese alla situazione ottimale di attivare politiche e programmi di prevenzione della radicalizzazione senza lo stato di emergenza con cui sono stati condotti in altri stati europei. Gli autori, analizzando le attività del progetto europeo FAIR e le attività di pilota svolte fino ad ora sulla consapevolezza, formazione e prevenzione nel sistema carcerario italiano, individuano le principali questioni critiche. Infine suggeriscono alcune raccomandazioni partendo dall'approccio "multi-agenzia" che crea un ponte di fruttuosa collaborazione tra livello nazionale e locale, forze dell'ordine e società civile.
Abstract:
L'Italia non ha subito attacchi terroristici come quelli che si sono verificati in molte altre realtà europee, ma è anche uno dei pochi paesi ancora privi di una strategia nazionale per prevenire e contrastare la radicalizzazione violenta (P / CVE): quelle politiche e programmi strutturati con il supporto delle autorità locali e della società civile che va oltre una prospettiva strettamente di sicurezza nell'affrontare le sfide del terrorismo e dell'estremismo. Questo è un paradosso? L'articolo inizialmente e brevemente descrive le caratteristiche della politica antiterrorismo e il contesto italiano dei fenomeni di radicalizzazione per argomentare come l'Italia si trova in una situazione anomala ma anche privilegiata nello scenario europeo grazie alle sue passate esperienze di terrorismo nel XX secolo. Di fronte ai limitati rischi sorti finora, gli Autori propongono una riflessione sulle prospettive a medio e lungo termine che porterebbero il Paese alla situazione ottimale di attivare politiche e programmi di prevenzione della radicalizzazione senza lo stato di emergenza con cui sono stati condotti in altri stati europei. Gli autori, analizzando le attività del progetto europeo FAIR e le attività di pilota svolte fino ad ora sulla consapevolezza, formazione e prevenzione nel sistema carcerario italiano, individuano le principali questioni critiche. Infine suggeriscono alcune raccomandazioni partendo dall'approccio "multi-agenzia" che crea un ponte di fruttuosa collaborazione tra livello nazionale e locale, forze dell'ordine e società civile.
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giovedì 11 ottobre 2018
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