Dall'Avvenire del 9 maggio 2015. Le voci, le testimonianze, le memorie e le narrazioni delle vittime del terrorismo. Il progetto europeo Counter-nattarive for Counter-terrorism - C4C
Seduti in circolo, alcuni ragazzi ascoltano un coetaneo rievocare la tragedia che lo ha ferito nel corpo e nell'anima. Mentre ascoltano, riflettono: e se quell'orrore capitasse a me o a un mio fa-miliare? «La memoria può essere usata, e in alcuni Paesi già lo è con efficacia, per prevenire fenomeni di radicalizzazione e di terrorismo...», spiega lo studioso Luca Guglielminetti, di ritorno da un convegno dell'Onu in Giordania. Torinese, responsabile di un gruppo di lavoro della rete Ue per la sensibilizzazione in materia di radicalizzazione (Ran), collabora da anni con l'associazione Aiviter. Raccontare è una risorsa importante, argomenta, «già dopo l'attentato, perché ha un valore curativo che può aiutare a superare, attraverso la rielaborazione dei fatti, i trauma subito dai sopravvissuti e dai familiari. E lo è in una seconda fase, quando dà pubblica voce ai cittadini colpiti, trasformando una vicenda dimenticata in una storia nazionale condivisa». Nell'ultimo decennio, ragiona Guglielminetti, «c'è stata anche in Italia un'esplosione di narrazioni delle vittime: decine di libri, documentari, siti web e mostre. Una corrente di letteratura, divenuta un tema di ricerca nel mondo accademico, quasi come le vicende occorse ai sopravvissuti dei campi di concentramento nazisti. Questa nuova narrativa - osserva - può svolgere un ruolo rilevante di fronte alla propaganda insidiosa e mortifera dei vari terrorismi, compresa quella del sedicente Stato islamico».
Negli ultimi anni l'Europa ha investito nel finanziare progetti di narrativa: in Spagna, Francia, Olanda, Regno Unito, Austria ci sono iniziative che utilizzano la voce autorevole e forte delle vittime. Anche in Italia si è da poco conclusa la fase pilota del progetto CAC (Contro-narrativa per la lotta al terrorismo), che ha sviluppato una sito web multilingue intitolato The Terrorism survivors storytelling, piattaforma globale per le storie di resilienza e sensibilizzazione al problema della radicalizzazione". Contiene centinaia di testimonianze digitalizzate di vittime da tutto il mondo e una metodologia di utilizzo pratico con giovani e studenti e può essere usato on line per l'attività didattica. Il test in una scuola di Torino, spiega Guglieminetti, «ha dato ottimi risultati. La testimonianza delle vittime ha un grande valore pedagogico per il rafforzamento del pensiero critico dei giovani, della consapevolezza dei rischi insiti nel terrorismo e dei valori democratici del dialogo, della legalità e della cittadinanza attiva». (V.R.S.)
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