Il libro di Chiara Volpato, docente di psicologia sociale a
Milano, è un percorso ragionato tra le ricerche svolte a livello
internazionale, sul concetto e le pratiche di deumanizzazione: cioè su tutti gli atteggiamenti, i comportamenti, le
pratiche sociali e le narrazione massmediatiche che, o in maniera aperta e
violenta, oppure sottile e subdola, escludono, discrimina o minacciano, fino
all’annichilimento, l'altro: i gruppi diversi dal nostro - l'oppositore, il nemico, il diverso - con
metafore di natura, di volta in volta, animale, sovrumana, strumentale,
meccanicista o biologica.
Un’attività, quella di disumanizzare, che l’Autrice ci pone con suggestione all’origine della nostra stessa specie nell’incipit del saggio.
Moltissime le ricerche che vengono riportate in relazioni ai
vari conflitti: da quelli coloniali dell’età moderna, fino alle più recenti
guerre, dove - ad esempio - vengo evidenziate similitudini tra le metafore verso
i nemici come animali, malattie, mostri, utilizzate durante la seconda guerra
mondiale sia dai nazisti per descrivere gli ebrei che dagli americani per descrivere i
giapponesi e poi quelle, dagli stesse americani, durante la Guerra al
Terrorismo, per descrivere i terroristi islamisti.
Ho trovato curiosa un lacuna, forse dovuta al fatto che il saggio è del 2011, relativa a tutta la mole di recenti studi sul processo di radicalizzazione violenta cui molti ricercatori di psicologia sociale, e non solo, si sono dedicati analizzando le biografie dei terroristi, soprattutto dopo l’11 settembre. Studi nei quali, al di là dei differenti modelli proposti, tutti identificano nell’ultimo scalino del processo proprio la completa deumanizzazione del nemico che rende il radicalizzato un terrorista pronto ad uccidere un suo simile innocente.
Particolarmente interessante l’ultimo capitolo in cui sono
evidenziate le prospettive di ricerche, tra le quali quelle che definisce “Strategia
di resistenza (…) per contrastare il fenomeno” e per alimentare le quali
sottolinea, forse con un po’ di ingenuità accademica, il fondamentale apporto
di cui si devono fare carico il livello istituzionale, quello politico e quello
dei mass-media. A me pare che molto del lavoro che l’Autrice propone, dal
riconoscimento e la denuncia del fenomeno, alle strategia di umanizzazione
delle vittime e quelle di rimodulazione inclusiva ed empatica del linguaggio, sia
in vero più compito della società civile.
In ogni caso, siamo di fronte ad un saggio utile che fornisce moltissimi stimoli.
Peccato che l’editore lo abbia “deumanizzato” privandolo di un indice e di una
bibliografia dettagliata.
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Deumanizzazione
Come si legittima la violenza
Edizione: | 20164 |
Collana: | Universale Laterza [919] |
ISBN: | 9788842096047 |
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