Un elogio patriottico di quella che Amartya Sen definisce «l'inaggirabile natura plurale delle nostre identità» (Identità e violenza, 2006)
- Italian version of the Danish clip "All that we share" by TV 2 Danmark
« La tesi giustificazionista della scelta violenta della "fine dell’innocenza" dopo la strage di Piazza Fontana, con la morte di Pinelli e l'accusa agli anarchici, scrive Anna Bravo che "è una verità parziale". La teoria dell'innocenza di chi reagisce violentemente all'ingiustizia della stage "di Stato", quella del “tutti colpevoli” per l'omicidio Calabresi, che può facilmente rovesciarsi in “nessun colpevole”, sono "costruzione in cui l’idealizzazione nostalgica e il desiderio di preservare un’autoimmagine positiva sono tenuti insieme da qualche vuoto di memoria."
Posizione analoga a quella di Luigi Manconi che della Stage di Piazza Fontana parla in termini di fattore di "accelerazione", di "precipitazione" verso l'uso della violenza: un "mito delle origini" quello dell'innocenza che nasconde in vero un'ovvietà: che negli anni Settanta sia mancato "Un pensiero originale sulla questione-violenza", scrive Manconi citando la Bravo ».