giovedì 7 dicembre 2023

Un esempio virtuoso di prevenzione: il caso dell USR Lombardia

 


Il comunicato dell’ Ufficio Scolastico Regionale (USR) per la Lombardia recita:

“Il giorno 5 dicembre 2023 è stato organizzato un seminario regionale, nell’ambito della Convenzione tra Regione Lombardia e Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia per la realizzazione del progetto “Educazione alle differenze nell’ottica della prevenzione e contrasto ad ogni forma di estremismo violento” (anni 2022-2023) - (l. r. 24/2017, art. 6, comma 4), prot. n.5448 del 10.03.2022, nel corso del quale le dieci reti di scopo provinciali in oggetto (Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Città metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Pavia, Varese) presenteranno i risultati del loro lavoro pluriennale”.

Questa iniziativa, fin dall'a.s. 2016/2017, ha posto la Lombardia come l’unica, nel panorama nazionale, che abbia portato in modo sistematico il tema del contrasto e della prevenzione della radicalizzazione o estremismo violento nel settore educativo, con un articolata serie di scopi:

- realizzare corsi di formazione per dirigenti scolastici e docenti sulle diverse forme di estremismo; 

- inserire i temi dell’estremismo violento, nelle sue molteplici manifestazioni, nei percorsi di educazione civica attraverso Unità di Apprendimento (UdA) dedicate;  

- coinvolgere, nella progettazione delle iniziative, le Consulte Provinciali degli Studenti;   

- sensibilizzare i genitori sui temi delle diverse forme di estremismo violento;  

- attivare specifici monitoraggi per acquisire la percezione del fenomeno degli estremismi violenti da parte dei giovani e per modulare conseguenti azioni educative;  

- realizzare azioni di prevenzione tra i giovani del fenomeno dell’estremismo violento in tutte le sue forme; 

- sviluppare attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza;  

- elaborare strumenti di valutazione, con specifiche linee d’indirizzo d’intervento, in grado di supportare le interpretazioni di atteggiamenti e comportamenti che possono riferirsi ad un potenziale percorso estremista. Tali strumenti dovrebbero essere utili per accomunare l’interpretazione di senso da parte del personale docente e scolastico, per meglio definire i potenziali fattori di attivazione, ponendoli sempre in relazione con le realtà contestuali locali, sociali e familiari. 

Nel corso degli ultimi 4 anni ho avuto modo di svolgere il ruolo di esperto formatore dei docenti nei poli di  Lodi e Monza e Brianza, nonché di partecipare all’incontro del 5 dicembre, osservando che il lavoro svolto dalle reti di scuole lombarde era assolutamente degno dell’attività che avevo visto presentare in Europa in seno al RAN e alla primigenie attività svolte a Torino fin dal 2012, di cui fui promotore.

La relazione “Vidino”, cioè quella del Comitato Commissione di studio su fenomeno della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista e intitolata: Verso un approccio italiano alla prevenzione della radicalizzazione, pubblicata nel gennaio 2016, presentava le seguenti esperienze italiane del tempo:

“Negli ultimi anni in Italia sono stati condotti alcuni embrionali esperimenti di contrasto della radicalizzazione, non sempre e non solo di matrice jihadista. Tra il 2012 e il 2014, ad esempio, alcuni progetti e corsi sono stati inseriti nella Collezione delle buone prassi della RAN, come il progetto europeo attuato a Torino “Counternarrative for Counterterrorism” – C4C  e l’azione del Comitato promotore per RAN Italia.  Nel 2016 invece, sono stati avviati nuovi corsi di formazione con la L107/2015 art.1, comma 121- carta del docente (Corso per docenti. “Radici, radicalizzazioni e terrorismo: una didattica di prevenzione” approvato dall’USR Piemonte  e dall’USR Friuli Venezia Giulia  ed il Corso di formazione per dirigenti e docenti sull’Educazione alle differenze nell’ottica della lotta ad ogni forma di estremismo violento promosso dall’USR Lombardia . Sono stati anche finanziati dei progetti per la de-radicalizzazione e la creazione di un sistema di pre-allarme in contesto carcerario. Tra questi, il progetto europeo Raising Awareness and Staff Mobility on Violent Radicalisation in Prison and Probation Services (RASMORAD P&P) ed un progetto per la sicurezza degli enti locali “Local Institutions against Violent Extremism II”. 

Altri progetti avviati con fondi di enti locali sono stati: 1) il progetto torinese nelle scuole “Islam: radici, fondamenti e radicalizzazioni. Le parole e le immagini per dirlo”  che utilizzava i fondi del Consiglio regionale piemontese ai quali si aggiungerebbero per il progetto 2016-2017 quelli privati di alcune fondazioni bancarie; 2) Il Progetto “Rete di sostegno contro gli abusi e le vessazioni nei gruppi”, finanziato dalla L.R. del Friuli Venezia Giulia 11/2012 , che per gli anni 2016 e 2017 ha previsto anche percorsi di uscita e recupero dai gruppi manipolativi ed estremisti.” 

Nonostante l’esperienza lombarda, già ivi citata, abbia travalicato i confini del focus sulla radicalizzazione ed estremismo politico-religioso, verso una prevenzione primaria che includeva altri fenomeni - dall'hate speech alla violenza di genere e il bullismo-, resta il fatto che questa esperienza non abbia assunto il carattere episodico tipico delle analoghe iniziative svolte nel nostro paese negli ultimi 12 anni, sia che si trattasse di formazione che di attività sul campo nei vari livelli di prevenzione della radicalizzazione. Del resto, la storia dell’iter della proposta di legge sul tema, lanciata nel 2016 dall’ex parlamentare e magistrato Stefano Dambruoso,  dopo 4 legislature non è riuscita a vedere la sua approvazione, lasciando l’Italia tra i pochi paesi senza una strategia complessiva di contrasto e prevenzione all’estremismo violento.

Nessun commento:

Posta un commento