L'assenza di strategia di prevenzione della radicalizzazione in Italia conduce a questo caso. Elmahdi Halili, il giovane jihadista marocchino naturalizzato italiano, condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione per apologia e istigazione al terrorismo verso lo Stato Islamico. Un abbozzo di percorso di deradicalizzazione in carcere e, all'uscita, l'abbandono dalle istituzioni e una vita per strada, tra rischi per la sicurezza e necessità umanitarie, anche per la sua salute mentale. Una situazione di stallo che, sebbene monitorata dalle forze dell'ordine, non trova una soluzione civile e d'emergenza che permetta al soggetto un minimo recupero psico-sociale.
Mia intervista su 'la Repubblica' Torino di ieri.

