LETTERA AL CORRIERE DELLA SERA.
Quando il
governo stava per approvare la fase due delle liberalizzazioni, abbiamo visto
sui quotidiani l'intervento pronto e tempestivo dell'ordine dei giornalisti che
temendo il provvedimento potesse interessarlo, dispensava esempi delle buone
prassi di giornalismo emanate dal suo esistere. Saremmo allora curiosi di
sapere che cosa farà l'ordine dei giornalisti nei confronti del giornalista del
Corriere della Sera, Giovanni Bianconi, in relazione al suo articolo del 1
febbraio 2012, con il titolo : E l' ex brigatista rivendica il «diritto all'oblio».
Senza
entrare neppure nel merito della turpe pretesa del brigatista di ieri, e oggi
professore, che sia cancellata la memoria storica delle sue azioni compiute da
terrorista, che contiene lo stesso senso di responsabilità del comandante
Schettino della Concordia; il punto che qui vorremo sollevare è un altro e
riguarda un dato di deontologia professionale a livello basico, almeno nei
paesi anglosassoni, dell'attività giornalistica. Nell'articolo di Bianconi
viene salvaguardato l'anonimato e il diritto alla privacy del terrorista e non
quella della vittima!
Il nome del
brigatista rosso Marcello Basili, viene nascosto dalla sue iniziali, mentre il
nome della persona cui egli ha sparato, l'unica che - in quanto vittima -
possegga il diritto alla riservatezza, viene tranquillamente pubblicato,
temiamo senza la minima preoccupazione di chiedere all'interessato, D. G., se
avesse piacere che il suo nome venisse ricordato in merito ad un episodio non
certo piacevole.
In
Inghilterra, o negli USA, il giornalista in questione temo correrebbe seri
rischi di proseguire nella sua professione, in Italia non credo abbia nulla da
temere. Mi smentisce, gentile Sergio Romano?
Luca Guglielminetti, consulente dell'Associazione
Italiana Vittime del Terrorismo
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Nel merito della questione sollevata, segnalo il bell'intervento
su questo blog di Enrico Pozzi
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