giovedì 5 ottobre 2017

L'incertezza del diritto intorno al reato di terrorismo

Nel 2012 la sentenza della Cassazione contro le nuove Brigate Rosse, che avevano preso di mira tra gli altri il giurista Pietro Ichino, aveva incredibilmente limitato la contestazione agli imputati al solo reato di "associazione sovversiva", assolvendoli dall’accusa di "finalità terroristiche". Lo stesso è capitato nel 2013 con la sentenza della Corte d’Assise di Roma che, dopo nove anni di processo, ha assolto dall’accusa di finalità terroristiche i due carcerieri dalle Falangi verdi di Maometto nel rapimento di quattro italiani in Irak nel 2004 in cui morì Fabrizio Quattrocchi. 

Di fronte ad una tendenza a limitare la finalità di terrorismo in casi in cui sono coinvolti gruppi espressamente terroristi, è ragionevole domandarsi perché inserirla tra i capi di accusa ai 4 esponenti NOTAV dei centro sociali, per le loro azioni violente, certamente deprecabili ma nè clandestine nè omicide, come è successo nel 2014 a Torino, salvo poi non riconoscerla in fase processuale. Oppure il caso ancora più eclatante del 2012: l'attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi, il cui attore solitario, Giovanni Vantaggiato, è stato condannato all’ergastolo con sentenza definitiva nel 2014 riconoscendo la finalità di terrorismo per "il panico generato nella popolazione, la lesione dell'Italia nel mondo, la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni".
Con tale criterio, ogni tragico fatto dovuto all'incuria dello Stato, e la storia del nostro paese ne ha un elenco sterminato - dal Vajont alle scuole crollate nei sismi in quanto prive di prevenzione -, dovrebbe configurarsi come "terrorismo di Stato". Un bel paradosso!

L'etichetta terrorismo/terrorista rischia di essere solo uno strumento in mano a governi e Stati da affibbiare in base ai loro interessi, che giunge appunto al paradosso del caso di Cesare Battisti riportato dalle cronache di oggi. L'ex terrorista dei PAC, condannato per 4 omicidi negli anni di piombo, è considerato da alcuni governi brasiliani un perseguitato degno di asilo politico, per quello attuale forse un condannato da estradare in Italia.

Dispiace leggere allora che ci siano persone, che seguono professionalmente il tema, arrivare alla conclusione che il killer di Las Vegas, sia un terrorista. Il terrorismo è la forma odierna del conflitto, o della guerra: è quindi dinamica prettamente politica e di gruppo. Non esiste la fattispecie del lupo solitario (lone wolf): l'uomo, come il lupo, è un animale sociale. Se agisce solitario semplicemente non può avere una dimensione politica. Le origine dei mass-shooting vanno cercate altrove, senza alimentare ulteriore incertezza del diritto intorno all'abuso del termine e del reato.



Ci sono stati cinquanta volte più americani uccisi per violenza di armi che da attacchi terroristici dall'11 settembre.

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