Prossimamente sulla Rassegna Italiana di Criminologia.
Abstract
L'A., partendo dalla sua personale esperienza di
collaborazione con la più grande associazione italiana di vittime del
terrorismo, mette in evidenza varie forme di doppia vittimizzazione e
biasimo delle vittime nella percezione sociale degli atti terroristici.
Confrontando l'esperienza italiana dei cosiddetti 'anni di piombo' con
l'attuale minaccia internazionale, l'A. argomenta come l'opinione
pubblica sia soggetta al condizionamento dei media e alla
strumentalizzazione politica che causano una percezione sociale
limitata, partigiana e talvolta ostile delle vittime. Simpatie e
antipatie, empatia e idiosincrasia spingono la comunità a degradare le
vittime a simbolo, come fanno i terroristi. Il caso italiano mostra che
le vittime deumanizzate riacquistano valore positivo di fronte alla
società civile solo quando il conflitto si chiude con la volontà
politica di riconoscere tutte le parti.
Si veda qui
Nessun commento:
Posta un commento