Locandina del film Il terrorista - Paese/Anno: Francia, Italia | 1963 - Regia: Gianfranco De Bosio - Sceneggiatura: Gianfranco De Bosio, Luigi Squarzina |
Nel perenne ampio dibattito tra chi privilegia gli aspetti di novità e diversità del fenomeno e chi, viceversa, i sui tratti di continuità e persistenza (Ceci, 2014), segnalo un lontano film italiano del 1963. Ambientato nella Venezia occupata dai nazisti e "in realtà poco amato da sempre e da tutti" (M. Schiavoni, 2017), "Il terrorista", interpretato da un giovane Gian Maria Volonté per la regista di Gianfranco De Bosio, affrontava un tema ostico che risultava ambiguo e lontano dalla glorificazione della Resistenza tipica delle cinematografia del tempo, ma è didatticamente utile ad individuare i tratti comune del terrorismo di ieri e di oggi.
Concentriamoci su "la lunga sequenza del dibattito tra le varie anime del CLN, che occupa 10 minuti abbondanti della narrazione tramite un fitto dialogo fin troppo specialistico. (…). La long take circumnaviga più volte intorno al tavolo della discussione conferendole tratti espressionistici, da teatro brechtiano, laddove il Potere, stavolta incarnato da un comitato di CLN, cerca forme compromissorie nei confronti di un elemento scomodo" (M. Schiavoni, 2017). In vero un contro-potere rispetto a quello "ufficiale" nazista e repubblichino insediato a Venezia: il CLN deve fare i conti con una presa di ostaggi, a rischio fucilazione, da parte dei tedeschi in seguito ad un attentato con una vittima civile, eseguito da un "lupo solitario", un gappista di "Giustizia e Libertà" che ha preso l'iniziativa di aprire le ostilità in città senza previo consenso politico del Comitato.
Tale lunga sequenza, insieme a quella breve, subito precedente che si svolge nella tipografia dove il gappista/"terrorista" corregge la bozza di stampa delle rivendicazione, permettono d'individuare una notevole serie di analogie tra vecchio e nuovo terrorismo: dalla necessità della rivendicazione e delle propaganda, con i suoi obiettivi legittimi/illegittimi e valori/disvalori; al biasimo della vittima civile colpita nell’attentato; dalla presenza del livelli politico e militare nelle organizzazioni, legittime o illegittime che siano; alle necessità logistiche, di approvvigionamento e finanziamento che queste richiedono, così come i loro diversi livelli di clandestinità e segretezza.
Il punto chiave più significativo è però quello relativo al bisogno di riconoscimento politico del CLN. Il compromesso finale al quale assistiamo nella scena del film, si articola come mediazione della Democrazia Cristina e della Chiesa finalizzato a ottenere tale riconoscimento, offrendo la sospensione degli attentati in cambio della liberazione degli ostaggi.
Troviamo qui il focus del problema teorizzato della storico delle dottrine politiche, Alessandro Campi: dal 1945 "non c’è più stata nessuna dichiarazione di guerra, perché i conflitti si combattono tra avversari che non si riconoscono”. Da questa notazione ha origine il successo del fenomeno dal secondo dopoguerra: "terrorista" è un etichetta per un nemico che non si vuol riconoscere, mentre la sua finalità, “la finalità di terrorismo”, è proprio quella di farsi riconoscere come soggetto politico.
Il rimando alla diatriba tra fronte della fermezza e quello della trattativa durante le settimane del rapimento di Aldo Moro da parte delle BR nel 1978, emerge facilmente, ma si può, almeno parzialmente generalizzare: la gestione politica dei rapimenti per terrorismo, e le strategia di lotta al terrorismo in generale, hanno una cartina di tornasole nel valutare la disponibilità dei governi a trattare o meno, a riconoscere o meno il "nemico". Non trattare, vuol dire privilegiare la logica del conflitto, per cui la priorità è l'eliminazione dei terroristi; se si tratta, la logica è restare fuori dal conflitto o propendere per un sua risoluzione.
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p.s. : il film è stato utilizzato nell'attività di formazione del progetto europeo FAIR (Fighting Against Inmates' Radicalisation). Chi avesse difficoltà a reperirlo può contattarmi privatamente.
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