Motivo della profonda radicalizzazione del mondo arabo che ha condotto molti giovani sulla strada del terrorismo, è stato ricercato nel fatto che negli ultimi quattro secoli gli arabi non abbiano prodotto alcuna invenzione degna di rilievo, connotando un declino che dai tempi d'oro del Califfato non si è più interrotto.
Un declino che potrebbe essere stato indotto dai tre secoli di ritardo con i quali gli arabi hanno introdotto il torchio tipografico e quindi la distribuzione libraria con i loro caratteri. Un ritardo che ha prodotto un dato impressionante: la quota dei libri stampati nei paesi arabi è pari allo 0,8 per cento della produzione mondiale, secondo il rapporto della Nazioni Unite 2002-2004.
Questi dati che troviamo ne "Il perdente radicale", cioè nel profilo che il poeta Hans Magnus Enzensberger tratteggia del soldato nazista di ieri e del terrorista kamikaze di oggi, potrebbe avere trovato una sbocco positivo, a scapito di un destino suicida per l'intera civiltà araba, nell'anno appena trascorso che si era inaugurato con la rivoluzione dei gelsomini in Tunisia.
Gli arabi, i loro giovani, le loro donne, potrebbero aver 'inventato' (con il sostegno dell'amminastrazione america e dei colossi del web) un modello di rivolta democratica caratterizzata da due novità assolute, in relazione tra loro: l'uso dei social network e, ancor più importante, l'assenza di leadership nei processi di governance in seno ai movimenti.
Il modello di utilizzo del web e dei social network, come Twitter o Facebook, ancora nel 2010 è stata la campagna elettorale di Obama. Ma tale modello reiterava ancora in fondo il rapporto televisivo di uno a tanti, seppur condito da molto feedback.
Il modello delle rivolte arabe è stato invece orizzontale, uno a uno: one2one. Una orizzontalità accentuata dell'assenza di leadership, che potrà costituire per alcuni un grave limite e per altri una opportunità, me che resta la vera innovazione dell'uso sociale della rete. L'invenzione che è stata copiata poi dai movimenti europei (Indignados) e USA (Occupy), così come a Mosca e ad Atene.
La rivista Time aquindi dedicare la copertina per il 2011 ad un anonima rivoltosa, con tratti arabi: the protester. Potrebbe infatti trattarsi di una importante innovazione del mondo arabo, e qiù in generale mussulamano, dopo secoli, ma, se non adeguatamente sostenuta nel tempo dal mondo Occidentale, cioè l'Europa, oltre gli USA di Obama, potrebbe risultare un arma a doppo taglio.
Un declino che potrebbe essere stato indotto dai tre secoli di ritardo con i quali gli arabi hanno introdotto il torchio tipografico e quindi la distribuzione libraria con i loro caratteri. Un ritardo che ha prodotto un dato impressionante: la quota dei libri stampati nei paesi arabi è pari allo 0,8 per cento della produzione mondiale, secondo il rapporto della Nazioni Unite 2002-2004.
Questi dati che troviamo ne "Il perdente radicale", cioè nel profilo che il poeta Hans Magnus Enzensberger tratteggia del soldato nazista di ieri e del terrorista kamikaze di oggi, potrebbe avere trovato una sbocco positivo, a scapito di un destino suicida per l'intera civiltà araba, nell'anno appena trascorso che si era inaugurato con la rivoluzione dei gelsomini in Tunisia.
Gli arabi, i loro giovani, le loro donne, potrebbero aver 'inventato' (con il sostegno dell'amminastrazione america e dei colossi del web) un modello di rivolta democratica caratterizzata da due novità assolute, in relazione tra loro: l'uso dei social network e, ancor più importante, l'assenza di leadership nei processi di governance in seno ai movimenti.
Il modello di utilizzo del web e dei social network, come Twitter o Facebook, ancora nel 2010 è stata la campagna elettorale di Obama. Ma tale modello reiterava ancora in fondo il rapporto televisivo di uno a tanti, seppur condito da molto feedback.
Il modello delle rivolte arabe è stato invece orizzontale, uno a uno: one2one. Una orizzontalità accentuata dell'assenza di leadership, che potrà costituire per alcuni un grave limite e per altri una opportunità, me che resta la vera innovazione dell'uso sociale della rete. L'invenzione che è stata copiata poi dai movimenti europei (Indignados) e USA (Occupy), così come a Mosca e ad Atene.
La rivista Time aquindi dedicare la copertina per il 2011 ad un anonima rivoltosa, con tratti arabi: the protester. Potrebbe infatti trattarsi di una importante innovazione del mondo arabo, e qiù in generale mussulamano, dopo secoli, ma, se non adeguatamente sostenuta nel tempo dal mondo Occidentale, cioè l'Europa, oltre gli USA di Obama, potrebbe risultare un arma a doppo taglio.
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